Erano in tanti pensare che band degli Hard-Fi, fosse solo un fenomeno del momento. Con molta nonchalance, invece, la formazione dimostra oggi l'esatto contrario, grazie al suo riuscito secondo album che in Inghilterra è già # 1. Dopo la pubblicazione di "Stars Of CCTV", l’album d’esordio degli Hard-FI, una parte della critica specializzata non era stata particolarmente tenera con la formazione britannica, giudicandola come un fenomeno del momento o peggio ancora come uno dei tanti gruppi emuli dei Clash. Nonostante i pareri contrastanti, gli Hard-Fi erano stati nominati ai Mercury Music Prize del 2005 e ai BRIT-awards del 2006 come “Best British Group”. Per quanto riguarda il loro tour, invece, i biglietti si erano esauriti nel giro di 15 minuti e il quartetto era riuscito a suonare per 5 sere consecutive alla London Brixton Accademy, alla pari di artisti come The Clash, Bob Dylan e Prodigy. Richard, Ross, Kai e Steven hanno, dunque, approfittato della loro assenza di un anno e mezzo circa per lavorare duramente al loro secondo album. Nella carriera artistica di una giovane band che si rispetti, il secondo album è come un giro di boa, poiché permette a critica e fan di formulare un giudizio più preciso: la conferma di un talento o la sconfitta in seguito ad un colpo di marketing fallito. Non senza stress, i quattro musicisti originari del Middlesex ritornano sulle scene musicali con Once Upon a Time in the West, in cui le accattivanti melodie s’impongono per tutta la durata del disco. Grazie ad una copertina con la stampa 'No cover art', la band incuriosisce dal principio l’ascoltatore per poi sedurlo totalmente con il contenuto della tracklist all’interno. Le nuove tracce Suburban Knights e Television, sono dei potenti singoli che dimostrano che la band ha deciso di orientarsi verso il pop. Fra le altre tracce contenute nell’album meritano particolare attenzione We Need Love e Tonight di ispirazione SKA anni ’70, la fragile Help Me Please, dedicata alla morte della madre del cantante e la splendida I Shall Overcome. Con la sua particolare voce, tipica di un giovane uomo che appartiene a quella generazione inglese di artisti disincantati Richard John Archer, sembra volersi misurare con i fratelli Gallagher. La musica parla da sola. Questo secondo album, infatti, risulta riuscito come anticipatamente annunciato dal leader in un’intervista rilasciata qualche tempo fa al NME. www.hard-fi.com