DAVID TOOP Su Harry Smith: l'uomo americano del mistero Sto ancora pensando ad Harry Smith, un pioniere del film animato astratto in America. Nel 1972 lessi un articolo intitolato Art Forum su Smith, estratto dal libro di P. Adams Whitney, Visionary Film. Le immagini del film di Smith apparivano straordinarie: delle mani pitturate direttamente su cellaloide; alcune fotografie da collages con titoli come colui "colui che scende dal cielo su una poltrona da dentista", "colui che discende dal paradiso in un ascensore", e "lo scheletro che giace con un bambino nella pianura centrale del paradiso". I suoi film furono ispirati dalla magia e dalla musica. Il film n. 4, per esempio, inizia con una padella sopra una pittura creata per il "Manteca" di Dizzy Gillespie. Dalla lettura di quell'articolo, ho scoperto molte cose su Smith, per esempio che è considerato uno di quei personaggi che hanno cambiato un po' il mondo pur rimanendo nella più totale oscurità. Poi mi ritornò di nuovo in mente. Sembrava dovesse esserci qualcos'altro da scoprire. Sapevo che viveva nel Chelsea Hotel di New York. Avrei potuto provare ad incontrarlo con un appuntamento ma nnon lo feci. Più tardi egli morì. Ecco tutto. Ma ancora pervaso e combattutto dal soggetto e dall'argomento di questo nuovo mio libro, mi ritrovai a pensare ancora ad Harry Smith, e a tutte le cose che sembravano esser state nascoste al grande pubblico americano. Un certo numero di conversazioni fanno al nostro caso questo anno: la più recente fu in Germania - ed un amico che discutiamo su la Monte Young mentre mi fece ascoltare una cassetta pirata della stessa che cantava una canzone cowboy accompagnata da Tony Conrad cementando il tale le canzoni pagate, più alcune lunghe storie, furono registrate da Smith durante una visita ad Anadarko Oklahoma. Alcune note comprendono quanto segue: "Vorrei far chiarezza sulle persone con cui lavorai più tardi", scrive Smith non incontrai nessuno in prigione. Inoltre sarebbe bene dire che quando mi trovano ad Anadarko bevevo molto e dunque fu naturale che anche le persone che erano con me facessero e vi ubriacassero molto frequentemente". Questo non è certo quello che gli etromusicologisti oserebbero ammettere negli anni '80. Ma Smith fu un personaggio complesso. Egli ricorda che suo padre gli lasciò un negozio da fabbro quando aveva solo 12 anni e che gli disse di ricavare l'oro del materiale grezzo. Leggere Aleister Crowley era il suo vero padre. Forse fu questo interesse per Crowley che pervase Smith ad incoraggiare Kenneth Anger nei suoi primi films qundo doveva fare ancora carriera. Secondo Bill Landis nelle sua biografia "Anger", "Smith aveva una certa propensione per il consumo di grandi quantità di droga: eroina, speed, acido, e ancora da sessantenne, , crack. Non gli interessava affato quello che diceva la gente su di lui. Ma questa non sembra essere tutta la verità. La biografia di Barry Mile su Allen Giusterg descrive Smith che rende visite a Ginsberg. Egli adorava opporti ad Allen; scriveva Miles, che una volta venne persino alle mani nelle più altra frustrazione. Anche Bob Dylan fu molto ansioso di conoscere il leggendario archivista le cui folkways di blues, le cui canzoni folk e spirituals gli avevano regalato la maggior parte della sua ispirazione e del materiale stesso. Ma perché dopo 15 anni racconta tante cose su Smith? Parlando delle operazione surrealiste Smith una volta disse "qualcuno, forse Burroughs commentò che non erano arbitrarie e che c'era qualcosa di divino in esse, non erano soltanto delle prove". Non so bene su questo ma so bene che l'Anthology of American Folk Misic di Smith è stata da poco registrata su CD, completa di materiale interattivo su Smith stesso ed il libro di Marcus "Invisible Republic" suggerisce che l'anntologia rappresentò la base per i Basement Tapes di Bob Dylan. Smith inoltre volle ricordare che disegnò anche le copertine per la compagnia dei Beatles, la Apple. Forse dovrei leggere anche il nuovo libro su Paul McCanteny di Barry Miles. Quando Smith giunse al termine della sua vita, gli piacque ricordare l'idea che la musica potesse cambiare il mondo. Nel 1968 disse a John Cohen per il magazino "E' più importante che la gente scopra che alcuni piaceri possono derivare dalle cose che la circonda - piuttosto che collezionare sempre più cose; e se la gente non troverà alcuna ragione per cambiare, beh forse allora non cambierà mai.