HATE & MERDA
Un ambiente caliginoso. Qualcuno è già stato qui. Si avverte ancora distintamente la sua presenza. Con loro sembra di entrare a spettacolo già iniziato (oppure è già finito e non ce ne rendiamo conto?). Uno strano e piacevole comfort, si rimane spiazzati perché così non dovrebbe essere, ma poi comprendi di come ci sia coabitazione nel malessere e l’equazione può dirsi infine presto risolta. Confezionano ansia e disagio, infiocchettano il tutto per mezzo di uno sludge disturbante, lentamente esplicativo e abrasivo, già nocivo (per l’anima) nel dna, robina già bella che pronta a tediare la stragrande maggioranza di ascoltatori “perbenisti” sparsi per l’intero globo. Bisogna buttare giù diverse barriere musicali, la forma canzone non esiste, e neanche la parvenza di una vana lotta è mai veramente contemplata (ma per cosa si combatte quando non c’è niente in palio?, quanta realtà sarete disposti ad accettare?). Una volta presi e sedati verremo riposti sopra un rullo, lentamente trasportati “a zonzo” per ambienti non bene definiti, dove sofferenza ed inconcludenza saranno nostre fedeli compagne, le uniche che potremmo avere il lusso di permetterci o frequentare.
Multiforme ispirazione che sfonda le porte di una superficiale improvvisazione, sarà l’istinto a dominare, con l’innata capacità di darsi per dispersi a determinare il nostro reale “gusto” e indice di gradimento coi suoi stranianti larghi spazi, così ben resi da nascondere oblio e quell’illusoria sensazione di chiuso che attanaglia.