HAWKSLEY WORKMAN For Him and the Girls Definire "For Him and the Girls" uno degli esordi discografici più brillanti degli ultimi dieci anni non è certo un azzardo. Se ne sono accorti in Inghilterra e in Francia, dove Hawksley è diventato un artista di culto mentre qui da noi, come capita spesso, il disco non ha lasciato traccia. Ed è un peccato. Immaginate una musica che fonda Tom Waits con David Bowie, frulli Jeff Buckley con i primi Queen e mantenga comunque una spiccata identità. "Maniacs" apre il disco con qualcosa di molto vicino ad uno jodel (!) sorretto da una base ritmica incalzante (la batteria è da sempre nel sangue di Workman), che di colpo si placa in un gospel, la successiva "No Sissies" è essenzialmente pop, seppur straniato, ma sono pezzi come la dolcissima "Sweet Halleluiah","Don't Be Crushed" o l'incalzante "Tarantulove" che lasciano il segno grazie ad una voce che sa accarezzare l'anima e salire in un falsetto vertiginoso per ridiscendere a un lamento appena sussurrato. La chiave dell'album è forse in "Paper Shoes", poco meno di cinque minuti per mostrarci quanto stravagante, intensa e assolutamente originale sia la musica dell'artista canadese. Quattordici canzoni d'amore complesse e sincere, dove non manca d'affiorare, a tratti, l'ironia. Prodotto, scritto e suonato quasi completamente dal solo Workman e registrato per la sua etichetta Isadora - il nome di un'immaginaria musa alla quale manda lettere d'amore pubblicate ogni settimana dal magazine canadese "Now" - "For Him and the Girl" è un disco che cattura l'attenzione dal primo ascolto e si fa strada svelandosi lungo i suoi quasi sessanta minuti alla fine dei quali vien voglia di ricominciare da capo.