Headwater Lay You Down Eccola di nuovo quella leggera brezza alternative country scendere dal vicino confine canadese e impartire una dolce lezione a tutti gli aspiranti sostenitori del genere: gli Headwater sono un quartetto di Vancouver che ribadisce lo stretto rapporto di affetto fra lo stile in questione e la terra della foglia d'acero, sospinti da un suono morbido, sensibile alla tradizione senza risultare eccesivamente rustico. Lay You Down è il loro secondo vagito dopo l'esordio My Old Friend del 2006: il nuovo episodio è prodotto da Marc L'Esperance, il quale avendo intrecciato il suo lavoro con le Po' Girl ribadisce la mano sottile con cui accarezza queste ballate. "Less is more" dunque, lavorando pazientemente di sottrazione eppure rendendo pastose, perfettamente calibrate queste folk song dall'anima autunnale, agrodolce, adagiate sulle linee melodiche del vocalist e chitarrista Jonas Shandel (anche banjo, elemento essenziale nel colorare di old time alcuni momenti del disco) e delo sparring partner Matt Bryant (mandolino, chitarre, voce).Il nucleo degli Headwater è rappresentato dai due ex compagni di liceo, innamorati dei grandi spazi, della canzone d'autore e di una country music mansueta che vi accompagna per le strade secondarie del Canada: l'incontro fondamentale con l'ottimo Tim Tweedale alla steel e Patrick Metzger al contrabasso risolve i problemi del duo inziale, facendo crescere a livelli inaspettati il songwriting. Lay You Down è qui a dimostrarlo, placida raccolta che ci fa accomodare fra nostalgie e country rock armonioso, tirando in ballo in titoli quali Brown Stone Road, dal coinvolgente passo bluegrass, Freight Train o Under the Rocks and Stones luoghi classici e figure topiche della tradizione, risaltando la matrice folk della band. La modernità però non è ricacciata in un angolo così che la sensibilità degli Headwater è figlia dell'onda Americana di queste stagioni: Death of me è scura e misteriosa, aprendo il disco con un passo desertico e lontano, il dolce cullare di Picture Show e il timido sussurro di Only a Matter of Time potrebbero persino rammentare i misconosciuti Bellwether di Eric Luoma, quelli più eterei degli ultimi album, più in generale la sponda meno irruenta del movimento alternative country.Nella parsimonia che infonde l'intero Lay You Down, colpiscono le minuziose cesellaure del sound, quel sapersi contenere e dare la giusta misura ad ogni intervento strumentale, a cominciare dalla presenza non secondaria del piano e dell'organo di Tyson Naylor, che riempie l'atmosfera in The Drifter, prima di abbracciare un accordion e diffondere una pacifica serenità alla melodia di Pleasure and the Rhyme (un cameo vocale di Leah Abramson). A voler essere pignoli gli Headwater sembrano sedersi un poco nel rush finale, concedendosi troppo facilmente a quella formula loro più congeniale (Come and See Me, Follow You Around). Poco importa, hanno un suono che gli gira in testa, sfruttano poche ma limpidissime soluzioni e si sono già fatti notare al di fuori dei confini nazionali, con un tour in Inghilterra previsto per l'autunno prossimo. www.headwater.ca www.myspace.com/headwater