HELL SPET tornano con un nuovo album, un concept studiato nei minimi dettagli, che già dal titolo promette di non voler far prigionieri. "Killer Machine" è il quinto album del manipolo bresciano, un'orchesta di folli musicisti che negli anni ha saputo magistralmente creare la propria miscela esplosiva di punk, bluegrass, country, sempre conditi da grande personalità, all'insegna della necessità di fare musica dal forte carattere e dalla voglia di incendiare i palchi con live infuocati e coinvolgenti.
Con questo nuovo capitolo la band alza il volume delle sonorità punk al massimo e include nuovi potenti elementi derivanti dall'anima thrash metal che i sei musicisti hanno sempre fatto scivolare abilmente tra un passaggio di banjo e una sferragliata di contrabbasso, portando nelle ritmiche il tiro dinamitardo di un disco che ha voglia di far saltare il pubblico e allo stesso tempo lasciarlo a terra tramortito.
Non viene però perso il nucleo originale del suono della band, quel country / bluegrass di stampo americano di fattura moderna, mescolato al punk che renderebbe fiero Hank William III.
Il tiro metal punk si sposa perfettamente coi suoni della tradizione made in the USA, consegnandoci un disco che in undici brani sa esaltare le melodie e i riff di qualsiasi estrazione all'interno di un lavoro compatto, omogeneo, ma anche variegato e divertente.
Il lavoro in studio è stato affrontato con Giovanni Bottoglia, presso gli studi IndieBox Music Hall di Brescia, il quale ha saputo catturare le diverse anime della band, del disco e soprattutto le intenzioni artistiche coraggiose dei sei bresciani, valorizzando ogni sfumatura, cosa peraltro messa nero su bianco anche visivamente grazie all'artwork a cura di Tijuana Horror Club.