Nel 1992 gli statunitensi Helmet pubblicarono con la medesima formazione e per l’etichetta discografica Interscope il successore del promettente debut album Strap It On di due anni prima. Quel disco può essere considerato a tutti gli effetti anticipatorio di un certo tipo di sound portato successivamente in auge da altri gruppi americani quali ad esempio Korn, Deftones, Rage Against The Machine in quanto conteneva embrionalmente, nel suo pur conclamato minimalismo, alcune idee che furono poi mirabilmente sviluppate. Il genere dei newyorkesi Helmet può essere incluso nell’ambito dell’alternative metal anche se in effetti forse la terminologia più esatta sarebbe noise rock (il look dei componenti del gruppo, peraltro, non è propriamente appartenente al mondo metallaro -jeans, scarpe da tennis, t-shirt bianche, capelli corti) e si contraddistingue in canzoni di non eccessiva durata nelle quali a dominare sono i celeberrimi riff stoppati di chitarra, accompagnati dal rugoso basso di Henry Bogdan, dal drumming incalzante e preciso di John Stanier e dall’ugola abrasiva del leader Page Hamilton. Ad analizzare bene Hamilton e compagni non hanno fatto altro che utilizzare dell’hardcore/punk in una versione meno irruenta, ma certamente più potente. Il salto di qualità rispetto al pur ottimo Strap It On è netto perché Meantime, nonostante ci sia ancora qualche sordo che continua assurdamente a denigrarlo, rappresenta di fatto uno dei più bei platter realizzati negli ultimi vent’anni, nonché vera e propria pietra miliare nella storia della musica moderna. http://helmut.bandcamp.com/ https://www.facebook.com/helmutband/app_2405167945