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HENRY KAISER

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FRED FRITH & HENRY KAISER Friends & Enemies (Cuneiform) All’incirca nel ’78 Frith si era trasferito a New York (in quell’anno aveva partecipato allo Zu Festival, a cui avevano preso parte anche Daevid Allen e i Material), e aveva cominciato a collaborare con i nuovi nomi della nascente scena “post-improvvisativa” (nel ’79 partecipò all’LP di Chadbourne The English Channel, con Zorn, Beresford, Horvitz, Cora, Ostertag ecc.). Di quell’anno è anche lo storico incontro con uno dei primi “improvisatori radicali” in America, Henry Kaiser; che come Frith (come abbiamo visto da tanti anni), e i Chadbourne e Zorn suoi contemporanei, era però insofferente alla assurda dicotomia tra musica improvvisata e composta (che ancora persiste in tanti musicisti europei: non esistono composizioni di Parker o Bailey, ad esempio, e neanche loro sovraincisioni in studio, ci pare), e Kaiser dopo i primissimi dischi recupererà presto le sue radici rock (già in parte del bellissimo doppio Aloha su Metalanguage). Il loro primo LP in duo fu With Friends Like These, completamente improvvisato (ma alcuni brani sembrerebbero usare la sovraincisione), dal linguaggio frastagliato e astratto; molto belli i rallentati sfregamenti diBlack Glass, l’unisono sibilante di Three Languages, e Third Rail con sparse note di piano coperte da un impressionante caos metallico degno dei primi AMM. Complementare il secondo incontro di Who Needs Enemies, dell’83, tutto di composizioni e con uso di drum machine programmata in modo alquanto irregolare (era la allora usatissima Linn Drum) e di altri strumenti (marimba, violino, Casio per Frith). All’epoca colpì moltissimoThe Golden Eighties , con la sua struttura complessa, invece ancor migliore è Everyday Objects, dallo stupendo andamento bislacco di piccole percussioni dal suono di barattolini o orsetti-batteristi-giocattolo (molto alla Ikue Mori, che però allora non aveva ancora adottato le drum machine), più ritmo saltellante para-reggaeggiante in controtempo, e piccoli tocchi di note “piegate”;The Kirghiz Light procede con un’ampia scansione di piano, violino, Casio in eco, melodia nota per nota della chitarra, più i fraseggi staccati di altre due chitarre ai lati; Roy Rogers ha pazzeschi assoli “sincretici” di Kaiser su un tappeto di marimba e di drum machine; Wool and Water è folkeggiante, con marimba caraibica e violino. Ma capolavori assoluti sono i due blues di Skip James che aprivano e chiudevano la prima facciata dell’LP, suonati dai due con chitarre acustiche: semplicemente imperdibili. La riedizione su due cd ha consentito generose bonus track: un intero album (40 minuti) registrato dal vivo nell’84, e mezz’ora di nuovi duetti in studio registrati (nello stesso studio dei primi Lp e con lo stesso engineer, Oliver DiCicco) nel ’99! I concerti dell’84 sono molto buoni, usano sempre la drum machine e (ci pare) effetti più digitalizzati di Kaiser; quelli del ’99 come prevedibile usano un linguaggio più asciutto, e (sorprendentemente?) con discreti momenti. (Cuneiform, c/o ADN o Megatalogo, o PO Box 8427, Silver Spring, Maryland, 20907-8427 Usa / http://members.aol.com/Cuneiform2/cuneiform.html)

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