I quattro pezzi di Madrid Hickeys attingono da molte fonti diverse e combinano morbidezza e veemenza confidando in strumentali pesanti e una scrittura guidata dal non conformità. Marta Kunitsa (chitarra), Ana Erice (chitarra), Maite Barrena (batteria) e Martina G. Compairé (basso) si sono incontrate al college e sapevano che solo insieme avrebbero potuto iniziare questo progetto.
Come risultato di questi ultimi anni insieme, hanno pubblicato i primi tre singoli del loro prossimo album di debutto:
"To Who It May Concern" (2021, autoeditado) è il più recente. Si costruisce da bacchette vuote a un'esplosione di distorsione, come una calda sensazione. “È una canzone sull'amore più puro: l'empatia. Quella che ci permette di capirci attraverso i sentimenti quando le parole sono insufficienti.“
Gli Hickey fanno un ulteriore passo avanti per creare un lavoro più complesso. In questa occasione, sono andati oltre il loro solito campo di lavoro per materializzare il concetto del loro singolo in un libro collaborativo. "Abbiamo deciso di creare una fanzine - con il supporto di Jägermeister - che riflettesse la costruzione di mondi possibili grazie alle persone che hanno avuto un impatto su ognuno di noi individualmente o su di noi come band in questi ultimi anni".
"Circuit Lies (You Don't Have To Know)" (2021, auto-modificato). Il filo del rasoio del tempo libero, degli estranei, della goffaggine, della mancanza di lucentezza: entriamo in una spirale di sterili conversazioni e del disagio che si nasconde nei luoghi più pubblici. L'automatismo gioca il ruolo principale quando si considerano le persone come oggetti di intrattenimento e non come soggetti. La comprensione è in discussione perché il compito è dimenticare.
“MOTHERLODE” (2021, automodificato). Nasce dall'impossibilità di rinchiudere in sé la disillusione; dell'incapacità di ignorare la discordanza e seguire la linea logica tracciata da altri. Al contrario, hanno dato sfogo ai loro sentimenti più profondi in un singolo che segna la svolta per la band.
Questi ultimi due singoli accompagnano i rispettivi video musicali, entrambi diretti da María Muriedas e Ximón Agirre: due brani interessanti e abbastanza diversi che rappresentano il passaggio qualitativo che la band sta compiendo verso una fase di maggiore maturità artistica.