In The Pot” è l’album di esordio dei veneti Hit-Kunle: una trama fitta di influenze che vorrebbe poter prescindere dalle definizioni, ma a dover proprio scegliere i ragazzi identificano la loro musica come Tropical Rock. Le loro composizioni attingono dal mondo afro-latin, così come dal soul, dal rock e dal punk, per un risultato all’insegna di un groove secco eppure immerso in atmosfere calde ed energiche. Musica vibrante e fervida per la quale è stato scelto un nome difficile da decifrare senza spiegazioni: il nome della band prende origine dalla fusione tra il termine inglese “HIT” e la parola yoruba (un importante dialetto parlato in Nigeria e in altri stati dell’Africa Occidentale) “KUNLE”, e che dà vita al concetto che si potrebbe tradurre con "Il colpo che riempie abbondantemente la casa".
Dopo la realizzazione di un primo EP e una manciata di date sotto il moniker "ZODO'S", agli inizi del 2016 avviene un cambio di formazione e conseguentemente anche di nome. Il nucleo fondamentale è ora composto dalla cantante/chitarrista e autrice dei brani Folake Oladun e dal batterista Marco Mason, mentre Hit-Kunle dal vivo diventa un trio con il bassista Massimiliano Vio. Con questa formazione la band viene selezionata per rappresentare il Veneto all'edizione 2017 dell'Arezzo Wave Love Festival. I brani di “In The Pot” sono interamente composti dalla giovane Folake Oladun, classe 1995, italiana di origini nigeriane, che nel progetto ha fatto confluire liberamente le anime musicali europea e africana e i suoi ascolti musicali, lavorando insieme ai due amici, cresciuti come lei nella zona tra Padova e Mestre, per creare un caleidoscopio in cui risuonano musiche di molte parti del mondo, in una fusione-rock sempre in equilibrio tra freddo e caldo, tra Nord e Sud.
L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Franz Fabiano, che la band indica come un elemento fondamentale per l’elaborazione delle idee iniziali, reale mente ideativa e attiva nelle scelte stilistiche e sonore del disco. Altro contributo fondamentale è stato dato da due amici nonché eccellenti musicisti: presenza costante in tutti i pezzi del disco é Alejandro García Hernandez che, grazie al suo tocco latin, aggiunge colore alla sezione ritmica principalmente con le congas, ma alla fine suonando praticamente qualsiasi cosa si possa shakerare e/o percuotere. Inoltre "Colours" vede la speciale partecipazione di Emanuele Lombardini, batterista di formazione, che con il suo intervento di bongos aggiunge movimento psichedelico e una ritmica serrata alla seconda parte del brano.