Shadows, Songs of Nat King Cole
Hugh Coltman - Voce
Thomas Naim - Chitarra
Gael Rakotondrabe - Pianoforte
Christophe Mink - Contrabbasso
Raphael Chassin - Batteria
Shadows - Songs of Nat King Cole è un progetto che Coltman maturava già da diversi anni. Il debutto della carriera di Hugh Coltman e il suo percorso musicale lo portano lontano dalla sfera del jazz. Da più di 20 anni si dedica infatti ad un progetto blues The Hoax, con il quale continua ad esibirsi, e pubblica in parallelo degli album in solo dal sapore decisamente Pop con Mercury, (Stories From The Safe House del 2008 e Zero Killed del 2012), che fanno scoprire questo cantante inglese, parigino d’adozione, ad un pubblico che viene sedotto dalla sua voce unica, potente e roca e dalla sua musica pop-folk sensibile e dolce. E’ un incontro con Eric Legnini che lo fa entrare a capofitto nell’universo jazz. Eric lo invita, infatti, a rimpiazzare Krystle Warren per il tour del suo progetto The Vox nel 2012. Hugh Coltman trova subito il modo di esprimere tutto il suo talento in questo stile musicale sebbene ne conosca solo nomi di riferimento e leggende. La figura di Nat King Cole s’impone rapidamente all’attenzione di Hugh Coltman che s’interroga sul quotidiano di un musicista americano nero a cavallo degli anni Quaranta, epoca in cui regnava la segregazione e gli artisti neri dovevano entrare in sala dalla porta di servizio. Durante le sue ricerche, Hugh si rende conto che una parte del repertorio di Cole può essere letto da una differente angolazione: l'intenzione di questo progetti è proprio quella di rivelare le “ombre”, di rado o mai percettibili nelle scelte artistiche di Cole.