Silvano Zambon è Iago, che tra il marzo e l'aprile 2015 registra, autoproduce e pubblica il suo primo lavoro con il nome di IAGO.DONE. Il progetto potrebbe essere definito di elet- tronica minimale, ma durante le cinque tracce di Done più volte emerge l'anima dubstep del progetto – è il caso della conclusiva Hands-Tools Working-Woods, che rinuncian- do a strade facili diventa presto post-dub (se il termine può avere un significato). In effetti, se c'è qualcosa in comune tra IAGO.DONE e gli altri progetti di Iago, ad esempio il quintetto post-rock veneto Dankalia, è l'attitudine a decostruire le strutture formali e i contenuti dei generi in cui le produzioni si inseriscono. Iago, che nei Dankalia a volte suona la chi- tarra e altre volte è sui synth, in Done offre una ricerca sonora difficile da definire: ogni canzo- ne è infatti una storia a sé, per suoni, ritmo e suggestioni. Sulla sperimentazione però non ci sono dubbi, così come sul ventaglio di generi, talvolta solo accennati, altre in netto predominio. Sono i casi del- l'ambient di SubGeometry e Duster Controller, della techno minimal sul finale di Peaches, del piglio noise nella traccia Tribal Junkie Shock, arricchita dalla chitarra. Un progetto che può evolversi, quello di IAGO.DONE, non sappiamo ancora in quale forma (altri lavori solisti? colonne sonore? collaborazioni e featuring?). Quel che è certo è il talento del musicista veneto, che a feb- braio inizierà a suonare Done in giro per l'Italia, aspettando il nuovo album dei Dankalia pre- visto per la primavera del 2016.
Vittorio Laur