Di famiglia colta, ingiustamente trascurato e depressivo porta il nome di uno stato americano. Si chiama Idaho, chi, come non dice il suo nome, viene dalla California. Formatosi all’inizio degli anni 90, il gruppo, con The Lone gunman, raggiunge il suo decimo album. Nato come duetto, agli inizi, si riduce ora (già da qualche album), al solo cantante-compositore Jeff Martin. E’ indubbiamente un tipo malinconico. Alcuni vedranno ciò come ingegneria intimistica, altri come un prozac musicale. La musica che compone è precisa, minimalista nei suoi cambiamenti. La chitarra (sempre presente negli album precedenti) lascia qui il posto a tastiere a suoni più chiari, deformati, d’atmosfera. Mentre Jeff Martin gioca tutti gli strumenti, il disco approfitta anche della presenza del suo vecchio chitarrista assistente John K.Berry in veste di produttore. Quest’ultimo, allontanatosi dal gruppo dopo il secondo album a causa di problemi con la droga, è ritornato dopo il suo disintossicamento a collaborare nuovamente con il suo capo. Ermetico alle opportunità commerciali, Jeff Martin ha messo più di un anno a scrivere e registrare quest’album. Musicista e cantautore assai perfezionista, la musica che ne risulta è un miscuglio fragile di disperazione e di rilassamento felice. Con un pubblico di nicchia e giusto un pugno di fans, Idaho ha difficoltà ad allargare il suo pubblico e resta confidenziale, nonostante il suo decennale impegno nella musica e metà carriera. Un buon disco, insomma, perfetto per quei pomeriggi di Novembre dove sembra che stia per accadere una catastrofe da un momento all’altro, invece è solo pioggia... www.idahomusic.com www.myspace.com/idahomusic