Gianluca Petrella trombone Dado Moroni piano Furio Di Castri contrabbasso Da sempre gli standard sono la materia prima per imparare a suonare jazz. Spesso, dopo anni di lavoro, diventano una sofferta riscoperta per quei musicisti che hanno sviluppato un linguaggio originale. Questo concerto vuole in qualche modo trasformarsi in una piccola parodia per rappresentare un percorso contorto: quello del musicista che torna a rileggere i grandi maestri dopo averli massacrati in tanti anni di apprendistato e poi completamente abbandonati negli anni della crescita. Una rilettura disillusa, disincantata, ironica ma certamente ricca e profonda. Gli standard ideali riemergono come vecchi amici con cui si ha confidenza, ai quali ora si può dare del tu dopo avergli rifilato magari una bella pacca su una spalla.