IDLEWILD 100 Broken Windows Saranno ricordati senz'altro come una della band che ha saputo collezionare un numero enorme di live perfermace nell'arco dei cinque anni di carriera scarsi. Ma anche dal punto di vista discografico la band scozzese non scherza ed è facile lasciarsi stordire dal loro granitico barrage chitarristico. Sono infatti numerosi i riffs eccitanti che accompagnano le canzoni di questo loro secondo effettivo album se escludiamo il minilp di debutto "Captain". La loro abituale generosità pop/rock/punk è qui stipata nell'ambito standard delle 12 canzoni e ci sono stati persino due esplosivi singoli "Little Discourage" e "Actualli If's Darkness" che hanno svolto funzioni positive d'apripista al disco in questione. I suoni diretti e frontali delle chitarre attuano un deragliante conglomerato elettrico lucidamente rivolto alla veemente contaminazione del rock negando ogni traccia di autocompiacimento pop. L'istinto punk, l'orgasmica ossessività delle partiture ritmiche, l'intrinseca irrequietezza dell'esposizione melodica schiudono i tratti di una sensibilità attenta e coerente. "100 Broken Windows" sugella l'organico processo evolutivo degli Idlewild che sin dal 7 di debutto "Queen Of The Troubled Teens" ha registrato attimi d'incomparabile intensità compositiva, sempre guidati da un sottile filo di naturale svolgimento riflessivo ed emozionale. Ed oggi la nuova opera allarga le possibilità espressive dei quattro distinguibili nell'ampia rete delle moderne soluzioni armoniche stratificate nel deragliante livore delle incisive partiture ritmiche. L'incontro scontro tra la voce di Roddy Wooble e le chitarre di Rod Jones e Bob Fairfoull, contribuisce all'eccitabilità profonda delle manovre elettriche organizzate dalla band. Clamorosi inni quali "Mistake Pageant", "Idea track" "Listen To What You've Got" e "Rusty" si susseguono in un orgasmico crescendo. E le sorprese non finiscono quando i ritmi rallentano: song meditative quali "Quiet Crown" e "The Bronze Medal" acquistano peso e spazio e rappresentano inediti vertici espressivi. Poi "Roseability" vive d'ardore lirico immenso ed alle melodie intense di "I Dont' Have The Map" e "These Wooden Ideas" non si può resistere. "100 Broken Windows" non indica radicali sovvertimenti stilisti, ne sancisce prese di posizione di particolare avanguardismo, tuttavia la bellezza del disco va ricercata nella sua passionale primalità ispirativa, sintomo vitale di un'immaginazione artistica strepitosa ed incontenibile.