Berghain si muove tra atmosfere elettroniche, rime fittissime e bassi acidi. Tutto viene amplificato in un richiamo al locale culto berlinese. Il brano è il perfetto manifesto musicale di idontexist, che imprime un immaginario di contrasto tra forza e debolezza quotidiana all’ascoltatore, il tutto in maniera estremamente empatica. La penna tagliente e matura, le rime fitte, il cantato dolce e al contempo esasperato sono la giusta miscela per adattare tratti hip hop su tappeti elettronici.
Il testo, oltre che un inno al locale culto berlinese impresso tra leggenda e mistero, porta con sé le paranoie che arrivano durante una serata, con quella piccola voce della coscienza interiore che porta a vedere tutto in maniera offuscata. La prima strofa è più distesa, c’è forte percezione della realtà, fuori dal club, con gli occhi addosso degli altri. La seconda parte fa calare l’ascoltatore nel mood del pezzo. C’è confusione, fuori e dentro. C’è musica, alta. C’è gente, tanta. E si balla fino a sudare ogni goccia d’alcol.
“Avevamo voglia di emulare una serata in un club, la produzione ha preso forma in orario notturno, l’alcol ha aiutato ad immergerci nell’immaginario e ad eliminare ogni schematizzazione. I bassi acidi, le casse che spingono e i drop aggressivi ci hanno fatto muovere la testa, estremizzando e amplificando il tutto.” (idontexist)