Idris Ackamoor: sax alto, sax tenore
Sandra Poindexter: violino
David Molina: chitarra, percussioni
Skyler Stover: contrabbasso, voce
Sandor Moss: batteria, percussioni
Bradie Speller: percussioni
Presentano il nuovo disco “ We Be All Africans”, secondo “The Quietus” al momento il secondo miglior disco del 2018!
Band attiva dal 1972, pionieri di una musica cosmopolita: un connubio di energie cosmiche, Space Is The Place, tradizione e futurismo. Con una fortissima connotazione sociale che rende
questa musica assolutamente ballabile e festosa mescolando afrobeat, groove funk, free jazz e tradizioni popolari. Un viaggio iniziatico, tra ancestralità africana e futurismo mistico, tra Sun Ra e Fela Kuti.
Presentazione
C’è stato un tempo in cui un pugno di irriducibili pionieri del jazz, guardò verso l’Africa ancestrale; levando al contempo gli occhi agli infiniti spazi della volta celeste, in cerca di visioni e corrispondenze astrali. Tra gli unsung heroes di quella stagione d’oro - capace di sprigionare un linguaggio che includeva militanza politica, misticismo cosmico ed espressionismo astratto - meritano un posto di rilievo l’alto-sassofonista di Chicago, Idris Ackamoor, e il suo gruppo, The Pyramids.
Una storia iniziata nei primi anni ‘70, che trova definizione piena durante un viaggio-studio in Marocco, Senegal, Ghana e Etiopia. Una storia finita a un certo punto nell’oblio, e riportata alla
luce solo negli ultimi anni, grazie ai soliti speleologi dell’era post-analogica. Fino ad oggi, col gruppo pronto di nuovo ad imbarcarsi in un lungo tour mondiale e un disco meraviglioso, ‘We Be All Africans’, edito dalla Strut Records, sotto l’egida del produttore/batterista Max Weissenfeldt (The Poets of Rhythm, DJ Shadow, The Heliocentrics).