Diego Tuscano è artista vero, lo vedi e ti colpisce la sua figura smilza, occhiali scuri enormi, sul palco ha un atteggiamento retrò che affascina. Poi quando lo senti cantare ed ascolti i testi, capisci immediatamente che sei davanti ad una persona speciale. La sua voce è guizzante e potente, capace di cantare amore e sociale, con la stessa intensità. Questo esordio solista, arriva dopo oltre un decennio speso con i SanniDei, e prosegue sul solco della precedente avventura, ma è di grana più spessa, con una band importante, su cui domina la figura del chitarrista inglese Luke Smith (qui anche produttore e fonico), musicista straordinario, leader degli Ulysses, considerati dalla critica britannica, una delle nuove sensazioni del rock. L’iniziale “Ossessione” dopo un cantato e ritornello accattivanti, si lancia in una finale psichedelico, che si replica nella successiva “Ossessione” (Il traditore)”, che condanna l’assillo del denaro. E che dire di “Pulsazioni” e “Libero” hard rock blues che fonde una vena lisergica, che ricorda i grandi Ritmo Tribale. Nella seconda parte dell’album emerge il volto più esplorativo del gruppo, con canzoni ad ampio raggio stilistico, con “Giorni perduti” che potrebbe essere un singolo perfetto e “Nuovo anno zero” che rievoca vagamente i Led Zeppelin di “No Quarter”. Nonostante i tanti riferimenti citati Il Tusco e compagni dimostrano di avere una propria identità, e questo un album bello, intenso e privo di pause, che dimostra che si può proporre rock cantato in italiano con spirito internazione, se si hanno tecnica e coraggio. Notevole!!
www.iltusco.it/il-tusco-feat-luke-smith