Non ci vuole, dunque, la sfera di una veggente per capire cosa ci riserveranno le altre carte di questo mazzo: "Breakway" scatta in groppa a chitarre dinamitarde, dando una buona scossa di adrenalina anche grazie al coro diretto come il titolo.
A detta di Nathan, tutta questa energia è frutto di una registrazione (e relativo soggiorno) con tutta la band nella stessa stanza, senza sovraincisioni o altri artifici, una presa diretta del suono per riprodurre lo spirito genuino delle vecchie rock band.
Se "Breakway" preme sull'acceleratore, "High Flying Gypsy" ferma la smania di folli corse e avanza a passo sicuro. I cambi di tempi sono sporadici e l'ingrediente essenziale rimane quel ritmo trascinato a base di accordi rochi, torridi, nati da un bisogno impellente di creare groove. Altro carburante indispensabile è la voce penetrante di James, per una canzone che intrattiene, senza lasciare il segno...
E' ovvio che la volontà di celebrare il passato può rappresentare l'arma a doppio taglio di tali produzioni. "Holy Water" è qui a dimostrarcelo, rivisitando accorgimenti strumentali e vocali saturi dei Seventies, senza la magia di quel periodo... per forza di cose.
"Warning" vuole movimentare le acque lanciando un assalto martellante e concentrico con un ritornello fulmineo quanto arrembante. Il tiro non scema e viene mantenuto alto grazie anche alla breve durata del brano e alla totale assenza di fronzoli (nessuna concessione alle divagazioni chitarristiche).