È romano il gruppo rock-progressive INGRANAGGI DELLA VALLE, band composta da sette musicisti under 30, che il prossimo autunno pubblicherà il suo secondo album “Warm Spaced Blue”, nel quale Fabio Pignatelli dei Goblin è special guest.
Il lavoro, prodotto dall’etichetta indipendente genovese Black Widow Records, è un colto e sperimentale gioco musicale, terreno di contaminazioni jazz-rock, fusion, etniche e psichedeliche.
Mattia Liberati (tastiere e voce), Flavio Gonnellini (chitarra e voce), Davide Noè Savarese (voce), Shanti Colucci (batteria e percussioni), Antonio Coronato (basso elettrico), Marco Gennarini (violino e voce),Alessandro Di Sciullo (chitarre, tastiere, basso, voci) danno vita ad atmosfere mistiche, utilizzando con estrema sapienza una grande varietà di strumenti: dai più classici, come Mellotron, Moog, Hammond, chitarre e violini, ai meno usuali per il genere, come le drum machine Roland o i sampler Akai MPC. Pur mantenendo l'approccio jazzistico nella scrittura delle armonie, la band ha maturato un sound rock articolato che ha portato all'introduzione della lingue inglese nelle parti cantate.
L'album è composto da 6 brani per un totale di 50 minuti di musica.
Si apre con “Call for Cthulhu. Orison”, prima parte di una suite di 3 canzoni dedicate ai Miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft. Cthulhu, una divinità aliena che viene dallo spazio, rappresenta l'archetipo dell'ombra secondo l'interpretazione junghiana dei racconti di Lovecraft. In questo brano i devoti del culto dedicano un’orazione al Dio (Cthulhu) che è confinato negli abissi, augurandosi il suo ritorno.
“Inntal” è basata sulle leggende popolari della valle dell'Inn (Innsbruck, Austria). Racconta di un giovane forestiero che viene spinto dagli abitanti della valle alla ricerca del fantasma di una giovane vergine che ogni anno riemerge dalle acque del fiume Inn. Realizza troppo tardi di essere la vittima del sacrificio che ogni anno viene fatto in onore della ragazza.
Con “Call for Cthulhu: Through the Stars” si inaugura la seconda parte della suite. É una traccia strumentale che descrive la visione onirica di R'Lyeh, la città sommersa in cui Cthulhu aspetta sognante di poter tornare sulla terra.
“Lada Niva” descrive con toni nostalgici l'incapacità dell’anziano fantasma di affrontare l'aldilà. Rimane legato alla sua vita terrestre pensando alla sua vecchia auto, una Lada Niva, l'ultima cosa capace di ricordargli i momenti più belli della sua vita.
“Aiyda Wedo” è la seconda traccia strumentale dell'album. Racconta la rinascita di un uomo che ricostruisce la sua vita affrontando i suoi mostri interiori.
“Call for Cthulhu. Promise”, l'ultima canzone dell'album, chiude il concept sui Miti di Cthulhu. Il brano narra di un prigioniero tenuto in isolamento che identifica la sua condizione con quella della divinità sommersa. Così come Cthulhu risorgerà dagli abissi, così il prigioniero promette che quando la società sarà pronta (“...the stars are right...”) lui avrà la sua vendetta.