ISTVAN
(IT – Bronson Recordings)
Poco più che ventenni, i tre sono cresciuti a Forlì e esordiscono su Bronson Recordings con un album quasi del tutto strumentale. “Istvan” è figlio dei grandi maestri tra heavy, psych, e doom contemporaneo, ispirato alla filosofia del mistico tedesco del Seicento Johannes Scheffler, che qui in Italia conosciamo come Silesio.
Istvan è un nome proprio ungherese dal fascino oscuro e arcano che si sposa alla perfezione con l’immaginario da cui nasce questo concept ispirato al “Pellegrino Cherubico”, una raccolta di aforismi sull’ascesa dell’uomo in uno stato di abbandono e vicinanza alla sfera divina. Tra metafisica, panteismo e spiritualità cristiana, le tracce si avventurano in distese desolate tra deserti stoner, andamenti doom e avvolgenti rarefazioni drone dove il magma incontra e si scontra con le foschie post-rock.
Incombono i fantasmi di Earth, Om ed Earthless, aleggia lo spirito di Black Sabbath e una reminiscenza di Slint, e ancora quello del vate John Fahey, nell’intermezzo “Stonemill” che divide il disco in due e regala una fugace ascesi acustica.
I tre gravitano attorno alla scena punk/hardcore/screamo di Forlì, ma presto si defileranno per perdersi tra le nebbie.