Nata a Dallas nel 1991, Jazzmeia Horn è cresciuta in una famiglia molto religiosa. E infatti il suo primo approccio al canto è legato alla Chiesa, con il gospel. Nonostante il nome profetico (è proprio il suo), la scoperta del jazz per Jazzmeia arriva solamente negli anni della high school. Trasferitasi a New York nel 2009, sviluppa una vocalità che attira presto l’attenzione: sembra la perfetta incarnazione moderna delle grandi dive che hanno stabilito il canone della jazz song. Inizia quindi a essere convocata da leader del livello di Billy Harper, Delfeayo Marsalis, Mike LeDonne, Peter Bernstein, Johnny O’Neal, Vincent Herring, Kirk Lightsey, Frank Wess, Ellis Marsalis, Winard Harper, Junior Mance.
Nel 2013 si aggiudica il primo posto nella Sarah Vaughan International Jazz Competition, mentre nel 2015 vince la vera lotteria per ogni aspirante musicista jazz: la Thelonious Monk Institute International Jazz Competition. Questa affermazione le dà la possibilità di incidere A Social Call (Prestige, 2017): all’improvviso il suo talento viene rivelato alla scena internazionale. Si accorgono di lei anche quelli dei Grammy Award (che per due volte la inseriscono nella lista delle nomination) e quelli di DownBeat, che invece nel 2018 la incoronano come migliore voce femminile emergente.
Con il suo secondo disco (Love & Liberation del 2019) Jazzmeia rinnova il successo dell’esordio: la maturità e la fiducia nei propri mezzi vocali sono da artista veterana, non certo da giovane debuttante. Con il terzo album, Dear Love (2021), Jazzmeia si confronta per la prima volta con il jazz orchestrale, con idee fresche e autorevoli.