Jerusalem In My Heart, uno dei progetti più acclamati, senza compromessi e sempre in evoluzione della scena d'avanguardia araba/levantina del XXI secolo, torna con un album di elettronica ed elettroacustica visceralmente espressivo, scandito dal cantato e parlato in lingua araba, dal buzuk, dall'elettronica e dal sound design del musicista e produttore libano-canadese Radwan Ghazi Moumneh.
Qalaq è ad oggi l'album più intenso, articolato e finemente cesellato di Jerusalem In My Heart. Nonostante la presenza di un diverso collaboratore per quasi ogni traccia, risulta coeso e coerente come tutte le uscite del progetto. La lista degli ospiti include Lucrecia Dalt, Tim Hecker, Moor Mother, Greg Fox, Rabih Beaini, Alanis Obomsawin, ed altri.
“Qalaq” è una parola araba con vari significati che Moumneh interpreta come "profonda preoccupazione". Una preoccupazione che non prescinde dalla situazione internazionale, pur guardando più nello specifico al Libano: alla politica interna, all'economia e alle infrastrutture al collasso di questo paese, alla tragedia dell'esplosione del porto di Beirut nel 2020 e alle sue conseguenze, alla problematica situazione geopolitica inscindibile da corruzione, disordini, destabilizzazione e violenza continue.
“Le tracce del secondo lato dell'album si intitolano tutte ‘Qalaq’ e sono seguite da un numero, ad indicare il grado che la violenza stratificata e complessa ha raggiunto negli ultimi due anni in Libano e nei paesi del Levante. Dal completo fallimento dello stato libanese, contraddistinto da continue divisioni interne, che ha portato l'economia ad un brusco arresto, alla disastrosa gestione dell'afflusso di migranti in arrivo da stati falliti confinanti. Dalla corruzione endemica che ha portato all'esplosione nel porto di Beirut nell'agosto del 2020, all'ultimo capitolo della cancellazione della Palestina e all'ennesima brutale campagna di bombardamenti unilaterale e sproporzionata su Gaza.” – Moumneh.Il risultato è un album che contiene quasi il doppio del numero di tracce di qualsiasi uscita precedente, pur suonando come il lavoro più organico di JIMH. Qalaq è caratterizzato da una diversità di approcci e processi artistici, ma mantiene una sua precisa estetica sonora accompagnata da un profonda comunione di forza narrativa e capacità di emozionare.