JOHN TRUDELL & BAD DOGS John Trudell voce Milton Shame Quiltman voce William Watts chitarra Eric Eckstein tastiere Mark Schatzkamer chitarra JOHN TRUDELL torna per un concerto impedibile.E lo fa con un disco, Bone Days, il cui produttore esecutivo è stato nientemeno che ANGELINA JOLIE. Bone Days è una collezione di tredici brani originali di Trudell, con quel miscuglio unico di tradizione indigena e rock'n'roll contemporaneo. Dice la Jolie dell'artista: "Mi sono offerta di essere produttrice esecutiva di Bone Days perché credo nel messaggio di John Trudell e voglio che la gente lo ascolti (….) . Trudell è più spirito che uomo, ma anche più umano di ogni altra cosa. La sua visione è onesta, pura e forte. Dice la verità e lo dice meravigliosamente. La sua musica colpisce la cuore. Per un popolo che non ha voce (gli indiani nativi d'America), lui è l'uomo che non verrà mai ridotto al silenzio". Identificato come poeta, leader impegnato per il riconoscimento dei diritti civili dei Nativi d'America ed efficace comunicatore, JOHN TRUDELL si autodefinisce un 'blue indian'. In verità, la sua arte è la sommatoria di tutto quello sessant'anni anni ha visto, sentito, vissuto direttamente sulla sua pelle. Molta della sua esperienza di vita si riflette nei suoi progetti artistici JOHN TRUDELL non nasce come poeta. Intraprende questa strada in seguito a una serie di circostanze, forgiando la sua sensibilità politica e poetica anche attraverso esperienze a volte orribili che hanno segnato in modo indelebile la sua vita. Nato il 15 febbraio 1946 ad Omaha, Nebraska, TRUDELL cresce a stretto contatto con la vicina riserva Santee Sioux. Suo padre era uno di loro, mentre la madre aveva sangue messicano. Quest'ultima scompare quando John ha soltanto sei anni, lasciando al padre il compito di badare alla copiosa famiglia. Durante la sua adolescenza, TRUDELL ha la possibilità di vedere da vicino la vita che fa riferimento al 'modello americano'. Sono i primi anni sessanta, un periodo bollente in cui il razzismo, i soprusi sociali erano all'ordine del giorno per la maggioranza bianca a scapito delle minoranze razziali, come gli afro-americani e, chiaramente, i Nativi Americani. Egli assiste a tutto questo indignato, anche attraverso l'esperienza del servizio militare che gli apre definitivamente gli occhi su quello che gli accadeva intorno come pellerossa, 'prigioniero dell'America'. Il suo impegno civile e politico prende corpo nel 1969, in occasione dell'occupazione dell'Isola di Alcatraz da parte di migliaia di indiani di tutte le tribù. Fino a quel momento TRUDELL partecipava alla vita della sua gente in modo distaccato. Ad alcatraz andò per trovare qualcosa, e si accorse di essere in mezzo a tantissime persone come lui. L'occupazione si concluse nel 1971, e gli strascichi furono notevoli, anche se i media e il governo fecero di tutto per distogliere l'attenzione dall'evento e mettere a tacere la questione. L'FBI mise gli occhi addosso alle comunità non indigene, additandoli come militanti pericolosi, e cercando di discreditarli agli occhi delle altre comunità minoritarie. TRUDELL, che intanto era diventato portavoce ed esponente di rilievo dell'AIM (America Indian Movement), finì nel loro libro nero. Venne aperto un fascicolo a suo nome che arrivò a contare ben 17.000 pagine. Gli venne dichiarata guerra, apertamente. E purtroppo, il peggio doveva ancora arrivare. Nel 1979 TRUDELL ricopriva la carica di segretario dell'AIM. Si trovava a Springfield, a capo di un corteo proprio contro le intimidazioni e la violenza esercitate dall'FBI. Il Bureau lo aveva già diffidato dall'esprimersi in toni e atti 'eversivi'. Nel corso della manifestazione venne bruciata una bandiera americana, intonati cori di protesta. Ci furono scontri in seguito ai quali TRUDELL venne ferito e poi arrestato. Dodici ore dopo la dimostrazione, mentre era recluso nell'infermeria del carcere, ignoti appiccarono il fuoco alla sua casa, uccidendo sua moglie Tina, i loro tre figli e la madre di lei. Ufficialmente venne archiviato come 'incendio accidentale', ma molti dubbi sono rimasti sull'origine dolosa. L'effetto di questa tragedia sulla vita e l'anima di TRUDELL è stata esattamente quella contraria al desiderio di chi lo voleva domo; da allora ha intensificato i propri sforzi nel sostenere la causa della sua gente. Questo è il periodo in cui inizia a scrivere versi. Dapprima per arginare la terribile lacerazione interna provocata dal dolore della perdita di tutta la famiglia. Poi, piano piano, scopre che tutta la sua sofferenza, le esplosioni emotive, le lacrime riversate sulle poesie divengono qualcos'altro. Scopre nella poesia un nuovo modo di comunicare il suo pensiero, le sue condanne, non più soltanto personali, ma che interessano la sua gente. E dal successivo incontro con Jackson Browne, suo primo - e attuale - produttore, TRUDELL assiste all'evoluzione delle sue poesie, ponendo la musica a contatto con le sue parole. Da allora affianca l'attività musicale a quella politica. Ha dato alle stampe dischi importanti come 'AKA Graffiti Man' (1986), 'But This is'nt El Salvador' (1987), Fables e Realities (1991), 'Child's Voice: Children of the earth' (1992) Nel 1992 firma un contratto con la Rykodisc. Viene edito - e stavolta ben distribuito - Aka Graffiti Man e due anni dopo esce Johnny Damas & Me (1994). Il progetto Blue Indians, prodotto di nuovo da Jackson Browne, da modo a TRUDELL di perfezionare la divulgazione della poesia commista alla musica. Secondo lui gli schemi della poesia sono arcaici, basati esclusivamente sulla tradizione orale. Nella musica invece le parole assumono un ruolo che si omogenizza con le note, creando quello che TRUDELL stesso sostiene essere il futuro della poesia. Con questo ultimo disco Bone Days, Trudell da una nuova sferzata, usando come sue uniche armi la parola, la musica, il cuore. JOHN TRUDELL http://www.johntrudell.com/