Julian Lage è nato a Santa Rosa (California) il giorno di Natale del 1987: ad appena 32 anni ha già una lunghissima carriera alle spalle. Bambino prodigio, all’età di sette anni già si esibiva da professionista nell’area di San Francisco. A confermarlo c’è anche un film documentario: Jules at Eight, diretto da Mark Becker nel 1996. Poco dopo, nel 2000 fu invitato a esibirsi alla cerimonia dei Grammy Award: aveva appena 12 anni.
La sua formazione ha seguito varie strade, tra le quali spiccano la preparazione classica al Conservatorio di San Francisco e quella jazz completata al Berklee College of Music di Boston. Qui ebbe come insegnante anche Gary Burton, che lo coinvolse nel suo gruppo. Lo si ascolta infatti su Generations (2004) e Next Generation (2005): Lage, non ancora maggiorenne, era già entrato nel giro del jazz del più alto livello. In seguito ha collaborato con Jim Hall, Herbie Hancock, Fred Hersch, Christian McBride, Eric Harland e Larry Grenadier, Bela Fleck, Antonio Sanchez… Nel 2009 pubblica il primo album da leader (Sounding Point: un esordio che ottiene una nomination ai Grammy). Nella sua discografia spicca poi il primo disco in solo alla chitarra acustica (World’s Fair, 2015), mentre il più recente Love Hurts (2019) è la prima registrazione del suo trio con Jorge Roeder al contrabbasso e Dave King (dei Bad Plus) alla batteria.