Laufey Soffia, Sólveig Matthildur-Kristjánsdóttir e Margrét Rósa Dóru-Harrysdóttir colpiscono, oltre per la loro giovanissima età, anche per la disinvoltura con cui mescolano reminiscenze post-punk e asprezze vocali no wave. Il tutto si pone nel solco di un etenismo etereo che guarda alle tradizioni e alle leggende della loro isola, collocandosi in una “nordic folk renaissance” a livello di contenuti messi in gioco. Ad esempio, “Dáið Er Allt Án Drauma” riprende le parole di un poema di Davíð Stefánsson, famoso poeta e romanziere islandese del primo Novecento di stampo neoromantico. Un brano come “Nornalagið” (il titolo tradotto vuol dire "La canzone delle streghe") ricorda un po’ quella darkwave goticheggiante alla Xmal Deutschland, mentre un episodio come “Andvaka” guarda maggiormente a un dancefloorcontemporaneo dalle tinte oscure ed esoteriche.