Sin dalle prime anticipazioni risalenti alla fine dello scorso anno, Kee Avil si è rivelata immediatamente capace di colpire l’attenzione. La musicista canadese, Vicky Mettler all’anagrafe, in precedenza alle sei corde all’interno del collettivo Land Of Kush, afferma che il songwriting, per lei, è come la scultura. Ogni traccia di questo suo album d’esordio, arrivato dopo un omonimo EP, è stata modellata da un’idea, che fosse sonora, emotiva o testuale, oppure viceversa sbucciata da ciò che la avvolgeva in origine.Prodotto da Mettler assieme a Zachary Scholes al Concrete Sound Studio, che lei stessa ha peraltro co-fondato, e in seguito masterizzato da Guy Hébert al Concrete Mastering, sempre in quel di Montréal, e marchiato dal sigillo di garanzia di Constellation, Creasenon è un lavoro facilmente inquadrabile, anzi può sfiancare il fruitore per quanto confonde ogni univoca messa a fuoco e per quanto eleva al massimo il tasso lirico di angoscia. Va in una direzione, sterza, se ne allontana, spinge altrove, torna indietro, si avvita. In una personale galleria delle cere di musica in tormentato divenire. Gli strumenti a disposizione sono chitarre post-punk, elettronica e micro-sample sia organici sia digitali, al servizio della forma-canzone e dell’abbattimento però di ogni forma data, grazie a una visione tanto da chitarrista-cantante dal background improvvisativo quanto da producer amante della dimensione di studio-laboratorio. Lo scalpello affonda nell’avant-rock e, come da cartella stampa, tira fuori schegge «dark ambient, electro industrial e minimal-techno».