Il 4 Novembre 2016 è uscito “For Love Often Turns Us Still”— Titolo ufficiale “FLOTUS”, l’album che segna il ritorno dei Lambchop. Ispirato come sempre nel tentativo di fare arte, dalle sonorità e dalle scene musicali non celebrate del suo quartiere di origine, il South Nashville, Kurt Wagner mette da parte ciò che ha imparato negli ultimi 30 anni e si imbarca in un’avventura musicale che sfocia in un album che suona come nessun altro, o piuttosto, completamente e inequivocabilmente come lui
Wagner è sempre un maestro quando si tratta di riprendere minuzie e paesaggi drammatici della vita che riflettono i tempi più difficili. Le sue canzoni fragili, ma allo stesso tempo potenti raccontano tanto di piccoli dettagli della vita in un quartiere difficile di Nashville quanto del più grande schema delle cose.
Tuttavia, qualcosa è molto diverso in FLOTUS. Mentre resiste la principale tavolozza di colori tipica dello stile dei Lambchop, ad essa si aggiunge ora, una nuova serie di sfumature e tonalità mai pensate prima. Il nuovo suono combina il suono analogico di un uomo che registra in un ambiente intimo con potenti echi originati dai reali suoni della città. Questi brani sono stati concepiti come un omaggio che Wagner ha voluto fare alla quotidiana colonne sonora urbana dell’R&B, del soul e dell’hip hop (Kendrick, Kanye, Frank Ocean, Shabazz Palaces), che si ascolta in maniera confusa attraverso gli altoparlanti dei negozi di alimentari e piccoli cellulari.
“In generale, artisti come me hanno sempre usato le stesse tecniche di produzione, lasciando che la tecnologia migliorasse il suono, ma senza che lo portasse davvero in un nuovo posto “, dice Wagner. “La tecnologia che s’inchina al volere del creatore e il suono che origina è diventato scherzoso, complesso e anche eccitante da ascoltare a ripetizione con una struttura ancora aperta all’interpretazione.” Non c’è nessun ritorno al passato per Lambchop perché non c’è un movimento in avanti dentro la nostalgia. Dall’inizio alla fine, FLOTUS è impregnato di quella energia magica che deriva da questa conoscenza. L’album finisce con due lunghi brani: il primo, “In Care of 8675309″ dove sono stati i Lambchop, mentre il secondo, “The Hustle”, tentacolare e ipnotico, suggerisce dove potrebbero essere diretti. Ancora “The Hustle”, si sposta ininterrottamente tra movimenti di stampo krautrock e di elettronica primordiale addobbati con pianoforte e fiati. Ispirandosi ad uno stile diverso con una gamma di influenze che trascendono l’una con l’altra, il pezzo diventa una composizione sublime, una delle realizzazioni più impressionati del catalogo dei Lambchop.male.www.lambchop.net