Landmine Spring, un nome che deriva da una song dei Quicksand. Una giovane band inglese al secondo disco, che vanta già le (inevitabili?) lodi della patria critica per il debutto 'Elephantine'. Musicalmente, niente di particolarmente originale: chitarre hardcore, voce che si alterna tra il pulito e l'urlato, il tutto mischiato ad una discreta dose di melodia. Ad ascoltare i primi due brani, "Red Threesome" e "Needles For Teeth", viene quasi da pensare a dei Converge ancora attaccati alle proprie radici punk. Con "One Hundred Hands" iniziano a spuntare altre influenze: i riff si fanno ancora più spezzati, le song si reggono sempre di più su stop&go e soluzioni "moderne"... le parole "new" e "metal" pian piano si fanno strada nella testa. Insomma, non ci vuole molto ad inquadrare questo 'Are We The Culprits?': un mix (banalotto invero) tra il metallo moderno americano e una sana attitudine hardcore. Insomma un disco piacevole, molto divertente a tratti, con personalità zero (questo sia chiaro) ma sufficiente per fare un po' di sano casino. Insomma, se avete solo voglia di fare quattro salti in giro per la stanza acquistatelo pure, altrimenti passate oltre. www.landminespring.net