A due anni di distanza da 'Lustmore', un disco ispirato dal concetto di ipnagogia, una sorta di sospensione di coscienza che si verifica tra gli stati di veglia e sonno, il terzo album di Stuart Howard rimarca ulteriormente questo limbo tra la vita e la morte, uno spazio dove il finito e infinito trovano compimento, un ambiente perfetto per la musica di Lapalux.
"Ruinism" è un termine che descrive 'il modo in cui le palette e le ispirazioni di un suono interagiscono combinandosi tra di loro, per dare forma a un lavoro compiuto', dichiara Howard, e gran parte dell'ispirazione è frutto di una colonna sonora che ha prodotto per 'Despair', uno spettacolo teatrale eseguito in un cimitero dell'East London.
Un riscatto sonoro quello di 'Ruinism' attraverso quarantotto formidabili minuti, anticipato dal singolo 'Rotted Arp feat. Louisahhh' che 'riepiloga l'intera idea di questo disco', una poesia vocale eseguita da Louisahhh su un riff arpeggiato decadente che si blocca e si sviluppa, fino a quando si scompone tornando al punto di partenza. L'eterea 'Falling Down feat. JFDR' comunica un senso quasi angelico di speranza e possibilità, nonostante l'inaudita natura dei vocali granulati dell'islandese Jófríður Ákadóttir (Samaris). Allo stesso modo '4EVA feat. Talvi' si snoda attraverso una foschia nuvolosa che rimane lì come un pendolo che lentamente si dissolve. C'è una calda elevazione tra le tracce trainate da voci femminili in contrasto con l'idea quasi industrial del disco, come in 'Data Demon' e 'Reverence', ispirata quest'ultima all'omonimo dipinto del 1915 dell'artista Dada Frances Picabia.