VAST V.A.S.T. Lars Ulrich, il batterista dei Metallica, non ha dubbi. Sostiene che "V.A.S.T." sia uno dei migliori album d'esordio che gli sia capitato di ascoltare da tempo a questa parte. L'inventore del progetto si chiama Jon Crosby e il suo primo disco mantiene fede alla sigla e al titolo, anche perché VAST sta per Visual Audio Sensory Theater. «VAST non è un modo di descrivere la musica o il mio stato d'animo - racconta il giovane musicista californiano -, è la vita che scorre davanti ai miei occhi». Un film che, a quanto pare, ha una componente ossessiva del tutto evidente. Crosby ha soltanto una ventina d'anni. Quando ne aveva tredici era stato segnalato da "Guitar Player" come uno dei giovani chitarristi da tener d'occhio, da adulto è diventato un esperto di marchingegni elettronici. Per Vast Jon Crosby ha prodotto una raccolta di canzoni piuttosto sperimentali, che si ispirano al gotico, al metal, alla musica classica, all'elettronica e al pop, utilizzando, accanto ad un'orchestra di 18 elementi, campionature di un Coro Femminile Bulgaro e di una corale di monaci dell'Abbazia di Saint Mauer a Cleraux. Degli anni adolescenziali ad Humbold County, in California, non si sa molto. Sembra che il ragazzo abbia scoperto il rock via Beatles e più avanti si sia appassionato alla musica dei Metallica e alla chitarra di Joe Satriani. Le prime esperienze musicali arrivano dopo il trasferimento a San Francisco, anche se è dalle parti di Los Angeles che il diciassettenne Crosby impatta con il punk dei Sex Pistols ed entra a contatto con la scena alternativa. La scoperta dell'elettronica arriva in epoca post-grunge. Vast nasce come progetto elettronico di grande fusione. Il contratto con la Elektra salta fuori grazie ad una radio locale che mette in circuito un demo. Il disco d'esordio arriva poco dopo, prodotto da Fred Maher e mixato da Andy Wallace. "V.A.S.T." ha un carattere molto particolare. Crosby utilizza diversi materiali musicali per dare anima e corpo ad un sound complesso e ben orchestrato, carico di suggestioni, in equilibrio tra misticismo elettronico e dark-pop depechemodiano di fine millennio.