THE LAST POETS The Last Poets "Quando arriverà la rivoluzione qualcuno di noi la vedrà in televisione / con pezzi di pollo che ci cadono dalla bocca / capiremo che è la rivoluzione / perché non ci saranno spot pubblicitari." É la sequenza di parole più famosa uscita dalle bocche di Jalal Mansur Nuriddim (Alafia Pudim), Abiodun Oyewole e Omar Ben Hassen, tre neri di Harlem organizzatisi nel '68 col nome di Last Poets assieme al percussionista Nilaja, e When The Revolution Comes è il pezzo più famoso di questo loro omonimo album d'esordio assieme al fortissimo attacco all' 'imborghesimento' dei neri Niggers Are Scared Of Revolution. La data d'uscita del disco è il 1970 e loro, ultime ma probabilmente più alte e consapevoti propaggini dell'epoca delle lotte nere del black power, sono andati avanti, con formazioni differenti e attraverso lunghe pause, fino ai nostri giorni, nonostante le decimazioni dovute a incarceramenti (Oyewole, quattordici anni per furto nel '70) e defezioni (Ben Hassen, andatosene nel '71 per entrare in una setta religiosa). I Last Poets sono universalmente riconosciuti come gli 'inventori' del rap per la maniera 'ritmata e musicale' (che deriva direttamente dal botta e risposta del blues e dai reading beat) con cui declamano i versi; la musica si limita, almeno inizialmente (e quindi anche in questo album), al solo accompagnamento percussivo e di conseguenza sono forse altri i dischi a cui rivolgersi per avere un quadro più soddisfacente della loro attività musicale (diciamo che il "Best Of" pubblicato dalla Charly nel '97 è veramente splendido). Ma "The Last Poets" resta comunque un'opera imprescindibile per comprendere l'evoluzione delle musiche nere di oggi e di sempre se ne consideriamo l'influenza profonda che ha avuto sullo sviluppo della cuttura hip hop; basterà dire che, promozionato solo dal passa parola della comunità nera, il disco vendette 800.000 copie e arrivò al numero dieci delle classifiche americane, e che ci trovate dentro, nel bene e nel male, tutta la rabbia e la consapevolezza di una nazione alternativa alle prese con le lotte per i diritti civili (credetemi: varrebbe il prezzo che costa anche solo per i testi). "Quando arriverò la rivoluzione / fucili e pistole prenderanno il posto di poesie e saggi / I centri culturali dei neri si trasformeranno in fortini / che porteranno ai rivoluzionari cibo e armi / La morte bianca cadrà dalle mura di musei e chiese / spezzando le catene che hanno reso schiavi nostri padri [..] / Ma fino ad allora / io e te sappiamo / che i negri si divertiranno e faranno le solite cazzate / faranno le solite feste e le solite cazzate / Qualcuno potrebbe anche morire / Prima che arrivi la rivoluzione". La rivoluzione non è ancora arrivata, le feste e le cazzate si stanno ancora sprecando: e i morti con esse.