Quello dell’egiziano Abdullah Miniawy è un canto che deve molto allo stile sufi, in certi momenti in brani come Balaya o Splendid Tales si esibisce in un virtuosismo che dà le vertigini e ricorda, con le dovute proporzioni, il qawwali di Nusrat Fateh Ali Khan ma anche l’accorata drammaticità della canzone classica araba di Oum Khaltoum. Le Cri du Caire è un canto alla libertà o, meglio, un grido di dolore per la mancanza di libertà