In un mondo pieno di rapper che si dichiarano unici, Le1f (nome d'arte di Khalim Diouf) è uno dei pochi che davvero può ammantarsi del velo dell'originalità, incarnando una personalità complessa e ricolma di contraddizioni apparenti. Nativo di Manhattan, ha studiato balletto classico e danza, e si è laureato alla Wesleyan prima di tornare alla vita da strada, e darsi al rap. Le1f è un mc dichiaratamente e orgogliosamente gay, il cui stile è radicato in quello dei tunnel banger, in un'epoca in cui l'hip-hop non era ancora uno dei fenomeni dominanti della società occidentale. Come produttore si è distinto alla consolle per i lavori di Das Racist, ed è diventato un'icona della moda e una personaggio internet, sempre nella sua frenetica aspirazione a diventare un avatar digitale.
Il sound di Le1f ha prodotto finalmente un attesissimo album d'esordio su XL Recordings a cui hanno collaborato Nguzunguzu, Matt Shadetek e quelli a cui Le1f si riferisce come "tizi incontrati su Soundcloud e amici di Internet".
"Wut" il suo esordio lo ha fatto salire alla ribalta dei media, ma ora con "Riot Boy" è finalmente pronto a conquistare anche l'Europa.