LEFTFIELD Rhythm And Stealth Quattro anni fa, LEFTISM costituì un vero e proprio spartiacque nel mondo della dance, al punto tale che ancor oggi quel disco viene unanimemente considerato come uno di quelli che maggiormente hanno caratterizzato le successive evoluzioni della musica house, indicando nuovi ed inediti itinerari fino a quel momento ancora non compiutamente esplorati. Oggi Paul Daley e Neil Barnes tornano di nuovo in pista con un album che era annunciato da ormai molto tempo (la cui uscita definitiva però veniva ad essere puntualmente rinviata, a causa del ben noto e risaputo perfezionismo assoluto dei due nel lavoro in studio di registrazione), e che ovviamente suscita inevitabili paragoni con il precedente. Ora, venendo a parlare di RHYTHM AND STEALTH, c'è da dire che sta proprio qui il punto focale del discorso, perchè cercare paragoni con il precedente lavoro è operazione fuori luogo, perchè nel frattempo è passata tanta acqua sotto i ponti, e ciò significherebbe disconoscere l'intelligenza e la genialità del duo, che, invece di cercare di fare un LEFTISM 2, ha pensato bene di guardare avanti verso nuove direzioni, ovvero quelle impresse nel nuovo album, che si connota per la simultanea presenza di diverse e molteplici direzioni stilistiche. Ecco così che troviamo l'hip-hop iniziale di DUSTED, con il rapping di Rots Manuwa, le inflessioni giamaicane di CHANT OF A POOR MAN, il dub più electro di DUB GUSSETT e quello, grazie alle sue pesanti e marcate battute, quasi techno di 6/8 WAR, l'house riempipista di PHAT PLANET, DOUBLE FLASH e, soprattutto, AFRIKA SHOK (con Afrika Bambataa),brani in grado di rendere rovente l'atmosfera in qualsiasi club. Ma le emozioni più belle vengono probabilmente dai pezzi ambient, tipo EL CID, trip-hop lento ed ammaliante, SWORDS, con le sue atmosfere dilatate, l'incedere lento, il suono profondo e ricco di riverberi, impreziositi dalla calda voce di Nicole Willis ed il conclusivo RINO'S PRAYER, con il canto da muezzin di Raiss a rinviare ad evocativi scenari e paesaggi lontani. Certo, RHYTHM AND STEALTH non segnerà un'epoca, ma indiscutibilmente è un lavoro apprezzabile, che conferma quanto di buono già sapevamo dei Leftfield, sperando di non dover essere costretti ad attendere altri quattro anni per il prossimo disco.