Dopo l'ottimo e filmico "Night Dawn Day", i romani Lendormin confermano e consolidano la bontà di quanto finora esposto. Retrospettiva obliqua questa, quattro tranci vivi (dal 2004 al 2007), quattro ispide escursioni pubbliche; tensione e visione. Palpabile l'ansia che divora dall'interno il progetto Lendormin. Il duo base Marco Maurizi / Cristiano Luciani, di volta in volta si avvale di contributi esterni che sgretolano ancor di più (se possibile); la materia urticante che ne contraddistingue il percorso. Quattro ipotesi espressive che si avvalgono di un comun denominatore, la continua ricerca del limite. Il batterismo costantemente in apnea di Cristiano Luciani è un toccasana auditivo, spasmodicamente teso, lacerato fra terremoto e sibilo, elusivo e convulso, una pezza nel bicipite più che tangibile quando si palesa, una giostra tribale, "A Trenta Secondi Dalla Fine" tramutato in suono; una bellezza. Il chitarrismo di Marco Maurizi atipico e beffardo, Zappa in salsa Ubu? Forse, ma non solo, da qualche parte testata Beefheart; John McKay spostato sulla sinistra. Tutti gli altri presenti ci mettono molto, spostano l'asse lungo territori che di volta in volta paion noise in coma, jazz andato a male, afa nera senza sole; migrazione elettronica scomposta.Coordinate, rotte ed ipotesi che si preannunciano e palesano, sgretolano e scompaiono sotto i colpi di volta in volta inferti alla materia sonora. L'attacco sfolgorante e frontale del primo brano, pece e sudore, asfalto e calore. Sun Ra sotto la grandine. L'escursione concreta in incognito della seconda traccia; un sorriso beffardo fra le pieghe del suono. Anfibia (la terza), tesa e trafitta esposizione acustica, ambient sfatta che ricorda il noise oppure, noise che sogna ambient; deliziosa passeggiata verso il buio. Chiusura horror/gotica; stiam bene cosi. Grazie. Conferma, propone; riassume e rilancia. Se continuan di questo ritmo; il bello deve ancora venire. www.landormin.com www.myspace.com/lendormin