Al grido di “Trust no one and depend on no one”, mettendo la foto di Anton La Vey al centro del booklet, piazzando nella copertina di “Approach To The New World” (Good LifeGreen) il simbolo della “chiesa” The Process e dichiarando ammirazione per Charles Manson (di cui ritroviamo alcuni samples vocali in “Do What Must Be Done”) i Length Of Time desiderano apparire duri e puri, così come il loro sound. Masticano un death-core dal peso non indifferente e martellante dall’inizio alla fine; spesso si sconfina nel death-trash-metal e anche quando si affidano all’acca-ci lo fanno in maniera violenta (assumendo come punto di riferimento i Discharge). Corrono il rischio di risultare “esagerati”, però riescono a triturare gran parte di ciò che trovano lungo il percorso.