L'album Ciò che resta propone per la prima volta la sua voce calda e antica poggiata sulle linee melodiche eleganti composte da Gianni Pollex e Mauro Lusini (autore, tra l'altro, di C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones e, più di recente, AAA cercasi di Carmen Consoli), e che si avvale delle sonorità raffinate e moderne curate da Roberto Procaccini. Il disco vanta anche altre collaborazioni preziose e prestigiose, come quella con Ermal Meta, che - insieme a Pollex - firma parole e musica di “E' soltanto pioggia” ed “E' un brutto sogno”.
La canzone Ciò che resta è la storia di un amore finito e del momento successivo della consapevolezza: cosa ci è rimasto di quella storia ormai terminata? La canzone è anche una riflessione sulla conclusione d'ogni percorso di vita: ogni fine è sempre, anche, un nuovo inizio se sappiamo cogliere il bello e il bene già vissuti, se a restare è soltanto l'essenza di ciò che è stato.
Leonardo, coautore delle sue canzoni oltre che interprete, scrive partendo dal pianoforte; giovanissimo – ha solo 22 anni – e timido ha scelto la musica come linguaggio attraverso il quale narrare il suo vissuto, filtrare i suoi sentimenti. Ma la storia d'amore tra lui e la musica inizia molto lontano: cantare a sei anni in un coro di voci bianche era per lui un modo per sentire la propria voce ampliata, più forte, sorprendentemente bella e maestosa.
Poi la voce è diventata baritonale senza perdere la lucentezza iniziale ed ancora dodicenne, Leonardo sognava di calcare i palchi da solista; così ha iniziato a studiare pianoforte, ad avvicinarsi - curioso e impaziente di crescere – a tantissimi generi musicali diversi: la musica classica e lirica, il rock e l'indie-rock, la musica d'autore italiana e francese. Adolescente è salito sul palcoscenico del Teatro Petruzzelli di Bari ed ha capito che nutrire quel sogno, custodire quella bolla magica nella quale era appena entrato, sarebbe stato l'obiettivo della sua vita.