Nel duemilatre i Li.B.Ra ereditano il nome di una band che ha già alle spalle 2 demo: “Cesareo” e “Pensare per qualcuno”. Si chiamavano Giften Libra. Il nuovo progetto trasforma la bilancia nell’acronimo che sta per Liberebanderadio.Guido Ianni alla voce e chitarra e Raffaele Buondi al basso rimangono comunque gli ispiratori del nuovo gruppo, a cui si aggiunge presto la chitarra acustica di Francesco Petrucci. Gli esordi del trio sono all’insegna di un "folk sperimentale" che sfrutta in maniera molto particolare le parti corali e fa di “necessità virtù” anche per sopperire all’assenza di un batterista; nascono così le canzoni manifesto del primo periodo Li.B.Ra come I patimenti e Ritagli, e vengono riproposti in versione ‘popolare’alcuni vecchi motivi punk come Vortice Infinito. Quando i Li.B.Ra partecipano al concorso “Stonandocanto” a Fermo, compare il batterista Simone “Lollo” Silvestri e la band vince le semifinali e finisce terza. Con l’aggiunta di “Lollo” i Li.B.Ra entrano ‘nel vivo’ e si esibiscono in diversi locali del piceno, del maceratese e del teramano e sono ospiti di molte manifestazioni politiche e culturali, ma anche di sagre e situazioni paesane visto che il loro folk inedito vuole suscitare le menti ma anche smuovere i corpi; riescono ad alternare atmosfere intimistiche a ritornelli immediatamente canticchiabili ma mai banali, testi ricercati a formule destinate a diventare degli slogan, per gli appassionati. Alla fine del duemilaquattro il quartetto ha già in cantiere più di quindici composizioni, e si inizia a sentire l’esigenza di un disco. Si accontentano per il momento delle varie registrazioni dei concerti riprodotti con generosità dal fido Gnack. Queste canzoni girano diversi lettori e ricevono apprezzamenti ed incoraggiamenti, nonostante la loro fattezza artigiana ed essenziale. Sono contenute in alcune raccolte dalla serie molto limitata, tra cui “ Sparsi nel Vivo”, con copertine sempre diverse. Ma nel frattempo i Li.B.Ra. si erano dotati di un violoncello e del suo suonatore Francesco Testa che si esibisce per la prima volta con la band alla rassegna “Diversamente” in versione acustica depurata di batterie. Raffaele intanto inizia ad avere nostalgia del pianoforte, suo strumento d’origine, e a manifestare una certa insofferenza nei confronti del basso, prelevato così dal nuovo entrato. Le Liberebanderadio entrano allora in una nuova fase che porta alla nascita di canzoni come Ilarità che salta dal dark al blues, l’ancora folkeggiante e folleggiante Mi Vesto, l’insistente e corale A proposito di balli, ma soprattutto alla consacrazione del minimo capolavoro Piccola Canzone Provvisoria che riesce a contenere ,senza straripare, le varie anime e i vari momenti dei Li.B.Ra.; cinque minuti di perfetta sintesi. La versatilità dei componenti della band li porta ad aderire serenamente alla filosofia situazionista, e si esibiscono anche in versioni teatrali o acustiche (tra l’altro molto apprezzate), come per la presentazione alla Libreria Rinascita della “Vendetta di un poeta part-time”,libro di poesia tascabile del cantante Guido, che contiene anche la maggior parte dei testi librati. Il gruppo, dopo lunghe esitazioni, è in attesa delle sei tracce che formeranno “ Ritagli nell’ora provvisoria”, disco che uscirà nell’imminente dicembre duemilasei, anche se è già possibile reperire in giro il semidisco che contiene le prime tre canzoni. Li.B.Ra. liberebanderadio: - Guido Ianni, chitarra e canto - Francesco Petrucci, chitarre - Raffaele Buondi, tastiere e cori - Francesco Testa, basso, violoncello - Simone “Lollo”Silvestri, batteria www.myspace.com/liberebanderadio1• LibereB@ndeR@dio