La pausa di 7 anni che hanno interrotto con il precedente "Not Dead Yet" sembra essere un lontano ricordo e la band, con alcuni cambi di line up (uno dei quali è Tommy, ex chitarrista dei Fleshgod Apocalypse), è in gran forma.
In "The Solemn Leap" ci sono ospiti notevoli che esaltano la qualità delle canzoni in quattro brani su cinque: Samall Ali (Slander), Lorenzo (Hierophant), Josh (To Kill e Galeforce) e Inno.
Il contenuto di queste canzoni è incredibilmente intenso e questo particolare momento storico che stiamo vivendo rende questo disco ancora più significativo.
Il gruppo commenta:
“Abbiamo avuto modo di sperimentare sulla nostra pelle l’esperienza della reclusione e della paura. Queste esperienze sono arrivate in congiunzione con l’incontro con noi stessi.
Questo straordinario evento ha messo a dura prova tantissime persone e, purtroppo, in tanti non l’hanno superata.
Noi abbiamo voluto rivolgere il nostro sguardo a coloro che non sono riuscite a fare un atto di fede, un passo per salvarsi e per evitare la miseria.
Non c’entra la religione in questo caso, così come non c’entra la determinazione personale. Quello che noi intendiamo per “fede” è quel momento di lucidità in cui confidiamo in quello che possiamo fare come esseri umani, come persone con i propri limiti.
La coscienza di un cambiamento necessario impone un lasciarsi andare ad esso senza condizionamenti, né ripensamenti. A volte è tutto riassumibile in un unico momento. È un momento di calma, un momento di chiarezza, un momento solenne in cui possiamo fare una scelta in virtù della quale tutto può rimanere a galla ma deve necessariamente cambiare.”