Le protagoniste
Paola Lombardo è una delle giovani belle voci del folk nazionale, ha fatto parte di alcuni dei più noti gruppi piemontesi quali Charta de Mar, Compagnons Roulants, Tri Muzike, le Vijà; la sua vocalità ben si addice all’interpretazione della ballata classica, adattandosi però con una certa naturalezza ad una rilettura fresca, originale e fortemente innovativa del repertorio tradizionale.
Donata Pinti si occupa da 30 anni di canto popolare e politico. Dapprima ricercatrice sul campo, poi profonda e vibrante interprete interprete della tradizione, ha militato nei più importanti gruppi dello storico folk revival degli anni ottanta, quali Cantovivo, Lou Dalfin, La Ciapa Rusa, Barabàn, dedicandosi poi a una proficua produzione di recital tematici, nei quali si accompagna a validi strumentisti piemontesi. del repertorio dei canti di lavoro e sociali. La sua discografia comprende una quindicina di dischi.
Betti Zambruno, artista intensa e sensibile, ha iniziato come ricercatrice a cantante folk, collaborando con il Centro di Cultura Popolare “G. Ferraro”: si è poi avvicinata al jazz, entrando a far parte tra l’altro della big band Fiati Pesanti, ed alla musica celtica, lavorando con i Kyle-na-no. Recentemente è ritornata ad occuparsi di canto popolare piemontese, incidendo due dischi di ballate piemontesi con l’ensemble Bärtavela e con Tendachënt.
"La musica di questo disco ha la purezza del diamante: cristallizzazione della storia e lavoro di smussatura, ottimo artigianato artistico sia nelle polifonie (molto brave e molto belle queste voci “complici”) sia nelle “canzoni”, dove scopriamo i timbri e le interpretazioni soliste.
Nella voce di Donata Pinti la musica tradizionale ha lasciato una profonda impronta, un segno indelebile, una stimmate. La lingua musicale di cui è interprete è così antica da sembrare eterna e, quindi, sempre incredibilmente moderna.
Bello il timbro rotondo, scuro, caldo di Betti Zambruno (com’è accattivante la sua “erre”!), adatto ad interpretare un repertorio anche di canzoni (testimoniato dalla scelta di “Le quattro stagioni” e “Ricordo di Cesare Pavese”, cantate con emozione).
Paola Lombardo mi ricorda le voci acute, straniate, aeree delle canterine delle registrazioni sul campo pubblicate dai Lomax-Carpitella-Leydi, anche se la sua è meno “abusata” dai canti all’aria aperta, dal lavoro nei campi, “dai gridi e dai lamenti”. Un timbro raro da trovare oggi, preziosissimo per il repertorio narrativo e polifonico presente nel disco.
Gli interventi degli strumenti sono volutamente scarni, sobri, essenziali, per lasciare il massimo spazio alle voci.
Grazie Donata, Betti, Paola."