LOOMINGS
Everyday Mythology
(59 minuti - 11 brani)
AltrOck Productions
Distr. Marquee, BTF, Just For Kicks, Pick Up
“Sono convinto che un incontro tra sensibilità popular e classica a livello profondo (che vada al di là di suonare temi classici con la chitarra elettrica o viceversa...) sia ancora una sfida da intraprendere. Saper cogliere le peculiarità e le ricchezze delle varie tradizioni e coniugarle rappresenta per me (e per tanti altri musicisti oggi) il vero esperimento". La dichiarazione di Jacopo Costa è un autentico manifesto programmatico che orienta la filosofia della nuova formazione da lui guidata, i Loomings. Un ensemble assai attento all'interscambio tra diverse esperienze - una sorta di ampio arco che connette colto e popular - che debutta sotto l'egida AltrOck con Everyday Mythology.
Milanese di stanza a Strasburgo, Jacopo Costa è un percussionista colto e poliedrico, che nonostante la giovane età ha all'attivo numerose collaborazioni con formazioni da camera e orchestre, ma anche con nomi cari agli amanti del rock progressivo come Yugen, Camembert, Ske, Francesco Zago, Factor Burzaco e Not A Good Sign. Nel 2002 fonda Loomings con il percussionista Enrico Pedicone, la vocalist Maria Denami e un manipolo di validi musicisti, abili nel muoversi in territori musicali di confine: "Con Loomings, anche se sono solo io a comporre le musiche, ci avviciniamo più al metodo di lavoro classico di un gruppo rock: il mio interesse non è di scrivere per determinati strumenti ma per determinati musicisti, di mettere in luce le qualità artistiche di ciascuno oppure di proporre loro delle “sfide” dal punto di vista interpretativo. In questo senso, per noi è importante riuscire a provare regolarmente in modo da andare al di là della semplice esecuzione delle partiture grazie al contributo e alla personalità di ciascuno".
Il disco d'esordio Everyday Mythology sfrutta appieno le diverse provenienze dei musicisti coinvolti, spaziando tra musica eurocolta, rock d'avanguardia, funk e jazz, stuzzicando sia gli appassionati di Rock In Opposition che di pop sperimentale. "Molto spesso i materiali di partenza - dichiara Costa - appartengono più al vocabolario pop-rock, ma sono combinati secondo delle logiche compositive che si avvicinano alla musica accademica; certi colori armonici o certe "pronunce strumentali" si avvicinano all'universo jazzistico, inoltre mi piace molto la polifonia rinascimentale e scrivendo per più voci è un riferimento ineludibile".
Un'ampia e multiforme area strumentale, che sfugge volutamente a qualsiasi definizione: "Ci piace scherzare con le etichette: su Facebook ci definiamo 'Highly Idiosyncratic Music' e una volta in concerto ci presentammo come 'rock fenomenologico', dicendo al pubblico: «Credete di non sapere cosa voglia dire, ma se cercate dentro di voi lo scoprirete». Con uscite del genere vorremmo sensibilizzare il pubblico sul valore delle etichette di genere, che spesso diventano un ostacolo alla libera espressione. Il messaggio è: ascoltate la nostra musica e cercate di capire se vi piace o no e perché, piuttosto che preoccuparvi di definirla in un modo o in un altro".