Zyngher è un disco in dialetto brianzolo, per metà nato per gioco: “Ho provato a tradurre nel mio dialetto una manciata di canzoni ‘anglofone’ a cui sono legato – ha raccontato Monguzzi - . In alcuni casi l’operazione si è rivelata impossibile, perché il dialetto certe parole non le contempla o più semplicemente perché alla prova del nove, il canto per intenderci, il risultato suonava male o in qualche modo tradiva il senso poetico dell’originale. Con alcune canzoni invece tutto è filato liscio, molto più facile che con l’italiano così povero di tronche e di onomatopee. Quello che le mie versioni mi sembrano evocare è indubbiamente più ruspante degli originali, ma l’ambizioso tentativo non è mai stato quello di fare delle parodie, bensì trascinare il dialetto in territori avventurosi quali la poesia o almeno la letteratura”.