"Alwayz On The Run" Ci sono alcuni album che fin dal primo ascolto ti si fissano dritti in testa e non vogliono saperne di andarsene; solitamente sono lavori dove fin dai primi secondi dalla partenza delle prime canzoni, tutto sembra diretto e potente, come se fosse fatto apposta per le tue orecchie. Quindi…veniamo a noi: Lucky Bastardz, "Alwayz On The Run". Il quartetto alessandrino parte al top con un intro che profuma di epicità rock in tutto il suo incedere così vero. Ma è solo un piccolo tratto del sound così fresco e spumeggiante dei nostri. La prima canzone “Fuckinsnow” è un sonoro pugno nello stomaco, dove viene alla luce la gran voglia di rock’n’roll di questi ragazzi, conditi sapientemente da una sezione ritmica in grado di fare impallidire molte, moltissime band della scena ed una voce, quella del nuovo entrato Titian, capace di trasportare l’ascoltatore attraverso la Route 66, con quel sapore di un sound americano così ricercato in questi anni dalle band europee; la voce è l’asso nella manica, la ciliegina su una torta già saporita, prodotta da uno dei maestri assoluti delle ugole d’autore, Michele Luppi. ” Back On My Feet”, primo singolo trainante, e la seguente “Tiger Hostel” strizzano l’occhio ai Black Stone Cherry più ispirati, quelli crudi e rock, senza le venature da radio. Ma è con una ballad che Titian e soci ci sorprendono completamente; quella “The Sign On The Wall” capace di catturare l’attenzione anche dei fan più disparati del rock moderno ( chi ha detto Shinedown?), con alcuni arrangiamenti vocali e strumentali che diventano fiore all’occhiello di questo magico prodotto. Spicca poi su tutte la song che chiude il plattern, “Circles On The Shore” che segna una netta evoluzione e chiude i ponti col passato tra aperture modernissime, riff dal sapore metal e ampio spazio per cori (grazie anche allo special guest del brano, M.Luppi appunto). https://it-it.facebook.com/luckybastardz.LBZ