Se ¡Ay! vive delle musiche tradizionali della sua terra – soprattutto rumba, bachata e bolero – queste vengono riversate in un flusso cangiante che oscilla tra carnalità e cibernetica. L’asse è declinato sulle prime ma i dettagli ne sorreggono una narrazione complessa, mai del tutto immediata.Un linguaggio ammaliante con cui la Nostra mostra una solida maturità anche nella scrittura etnica tradizionale (le canzoni sono tutte in spagnolo), magari rallentandone lynchanamente i tempi, ipnotizzandoci con il piacere dell’inganno (Dicen), corrompendo di surrealismo (Atemporal), travolgendola d’alterità dissonante (Contenida, Gena), deteriorandone le rifrazioni dei ritmi salsa (Bochinche) e conturbandola con slanci sensuali mai fino a ora espressi in modo tanto liberatorio (El GalatzoĢ).