La Lullabye Arkestra conta su due musicisti canadesi, al debutto - come gruppo - su Constellation. Lui, Justin Small, è il batterista dei Do Make Say Think mentre lei, la biondocrinita Katia Taylor, è alla prima assoluta. Alle spalle della coppia uno stuolo di fiati, sassofoni e trombe, tastiere vintage e un violino. Cosa suonano è chiaro da subito: blues-rock d’antan e amplificato. Referenti e referenze: l’Holding Company e la Kozmic Blues Band di Janis Joplin che vogliono fare i primi Black Sabbath, ma anche viceversa se volete. L’urlo della singer è lacerante, macho e crassiano: se Joplin è la madre, Rebecca Moore ne è sorella. L’intro Unite!!!!!!!!!!!!!!!!! ha un che di remota Constellation (versante GY!BE) ma i secondi che dividono la stessa dalla successiva All I Can Give Ya sono pari ad un salto temporale dritto al secolo scorso, nella carnalità blues di Cheap Thrills. Da lì in avanti in registro non cambia, e se si esclude la sfuriata punk (anch’essa molto crassiana) di Nation Of Two e il vaudeville a là Black Heart Procession di Come Out, Come Out, il blues inacidito (Hold On), doom (Bulldozer Of Love) e cosmico (Ass Worship) è il fondante presupposto dell’Arkestra, che di contro al gentile suffisso è tutto salvo rilassante. L’album più classico dell’intero catalogo Constellation. www.lullabyearkestra.com www.myspace.com/lullabyearkestra