I Lungfish fanno parte del brulicante sottobosco musicale di Washington Dc agitato e coordinato dal “solito” Ian McKay, autentico padrino di una scena in costante fermento e ormai figura leggendaria di tutto l'indie americano con gli “straight-edge” Minor Threat prima e con gli storici Fugazi poi. La sua Dischord è un'etichetta che fa ormai da anni della musica una sorta di “questione etica”, interessandosi più della creatività dei suoi artisti che della vendibilità della loro musica. Forti di una carriera oramai più che decennale, i Lungfish di Daniel Higgs danno alle stampe un album dalle classiche strutture indie e post-punk, tratteggiando un suono pacato e ipnotico, lineare ma volutamente “sghembo” al tempo stesso. “Love Is Love” è però un disco tutto sommato derivativo, sin troppo rispettoso del suono di Fugazi e Sonic Youth tanto che la personalità della band finisce per nascondersi dietro un suono collaudato ma che pecca di mancanza di personalità. Dieci canzoni interessanti dal punto di vista della scrittura (rallentata e narcolettica), ma talmente ripetitive e simili tra loro da rimanere indifferenti e distaccati. Va bene il rispetto e la devozione alla grande famiglia di Washington e dell'America “indie” tutta, ma un minimo di carattere nello scrivere canzoni non guasterebbe affatto. “Love Is Love” rischia così di perdersi tra la grande quantità/qualità di produzioni Dischord. Un piccolo errore del grande talent scout McKay? Può darsi: in fondo, anche ai più grandi può capitare di sbagliare.