SUCKERPUNCH è anche un disco narrativo, nel quale ogni canzone possiede una propria identità. "Anche se alcune melodie sono cambiate o alcuni elementi di produzione hanno preso una nuova forma, gran parte di SUCKERPUNCH è come l'avevamo scritta e pensata in origine: canzoni che mostrano la nuova versione di chi ho sempre voluto essere".
In SUCKERPUNCH, Maggie fonde un sound che definisce “hyperpop meets glam goth”, ispirato dalla nuova (e vecchia!) musica che ha assorbito durante la pandemia, tra cui i successi degli Evanescence dei primi anni duemila o il glitching proveniente dall'artista emergente di Singapore Yeule. Brani come "self sabotage" e "i'm so lonely" le hanno aperto gli occhi sulla possibilità di evolvere il suo sound. Il nome dell'album, spiega, è arrivato subito dopo: