MAHJONGG (Usa / K Records) White-funk, no-wave, afropop, postpunk, ethno-electro- funkwave, art-rock, afroindierock e l'immancabile punkfunk. E ancora : ESG, A Certain Ratio, Talking Heads, James Chance & The Contortions, Arthur Russell, Beck, Black Eyes, El Guapo, Liars, LCD Soundsystem, Battles, Out Hud. Etichette e riferimenti si sono sprecati nel tentativo di inquadrare la musica mutante e in ultima istanza inafferrabile dei Mahjongg. Scegliete dunque quelli che preferite, la sostanza è che la proposta sonora di questo misterioso collettivo di Chicago, che mutua il proprio nome da un antico gioco di società cinese e si dichiara devoto al Grande Dio Kontpab (a cui è intitolato il disco), è una delle più intriganti del momento. Approdati alla corte della K Records, dopo un esordio già interessante su Dim Mak, i nostri realizzano un lavoro che non faticheremo a trovare nelle playlist del 2008: strutture poliritmiche che inducono al movimento ma al contempo disorientano e richiedono buone doti di coordinazione, percussioni esotiche e drum machines, micidiali riff chitarristici e jingle da videogame, geometrie tecnologiche e ninnoli melodici, fughe lisergiche e slanci mistici: sono alcuni degli ingredienti di un disco che non finisce mai di stupire e ad ogni ascolto regala nuove sfumature. Pare che dal vivo la band si abbandoni a lunghe improvvisazioni e si trasformi in una macchina ritmica ossessiva. www.myspace.com/machinegong