La Custodia del Fuoco Eleonora Bordonaro: Voce Lucrezio de Seta: Batteria e Percussioni Alessandro Patti: Basso Elettrico e Contrabbasso Primiano Di Biase: Piano, Sintetizzatore, Fisarmonica, Effetti Il progetto, che da il nome al primo lavoro discografico del gruppo, è nato dall'incontro tra la cantante Eleonora Bordonaro e il Majaria Trio, formato dal batterista e percussionista Lucrezio de Seta, dal bassista Alessandro Patti e dal pianista e polistrumentista Primiano Di Biase e riprende la tradizione dei canti popolari siciliani reinterpretandola in chiave etno-jazz. Attraverso l'unione dell'espressività vocale di Eleonora con la direzione musicale già caratterizzante il Majarìa Trio, il repertorio, interamente interpretato in dialetto siciliano, acquisisce un fascino che attraversa gli stilemi della musica popolare e diviene così linguaggio del mondo. Omaggiare la tradizione non è “chinare il capo al passato”, non è lasciare alle “ceneri del ricordo” il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo ormai andato. Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel “fuoco” che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti. Ciò che rende così affascinante il fuoco è la sua indomabilità e l'impossibilità di imprigionarlo così come di impedirgli di bruciare. Ecco che nasce la necessità di costruire una custodia, dove non si opprime la sua fiamma ma la si plasma, la si lascia ardere, fiera seppur in balia del nostro volere. La musica diventa così la custodia di una tradizione di antichi ed infuocati canti siciliani, capaci di ardere anche il più gelido degli animi. La donna contemporanea si specchia in quella del passato, ritrovandosi in storie di passione carnale, di emancipazione, di bisogno di indipendenza, di lucida ironia e integrazione. Il canto diventa così funzionale a descrivere una condizione umana, esistenziale, condivisa, mostrando la volontà di riscatto ergersi al di sopra della fiamma. Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco Gustav Mahler Dicono del progetto: “Sono sempre rimasto basito di fronte alla potenza espressiva di Rosa Balistreri, Sibilla arcana dell'antico suono della Sicilia del Mistero. In questo lavoro, rintraccio la grande testimonianza riarsa e pietrosa, scura e gemmante del fuoco siciliano. La cantante, Eleonora Bordonaro, riprende quella tradizione e la proietta schietta nell'oggi e non ci fa dimenticare il luogo in cui viviamo ora. Le eco del Majarìa Trio sono i rimbombi possenti e suggestivi che travalicano i confini dell'ovvia catalogazione per generi, ma rimandano alle pulsazioni possenti del jazz contemporaneo, che rimixa il Novecento. Non sorprende vista la preparazione di De Seta e dei suoi sodali, Di Biase e Patti. Un disco spesso...e non capita spesso”. -Massimo Nunzi- L'incontro tra Eleonora e il Majaria Trio sono in verità molti incontri; uno è quello tra la Gioia e la Sapienza, un altro, da quello che si sente, è l'incontro tra la Tenerezza e l'Accoglienza. Poi è l'incontro tra il tempo di Kronos ed il tempo di Mousikè la storia degli Uomini e l'ordine ritmico dell'Arte. ...potremmo giocare a trovarne tanti altri ma, il più evidente, è l'incontro tra gli archetipi del Maschile e del Femminile. Un Maschile muscolare, destro, epistemico, produttore e trasgressore di regole... ed un Femminile sinuoso, saggio, pratico, intuitivo, esoterico e custode di segreti antichi. Allo stesso tempo è un rispettarsi, è un attento flettersi alle forme dell'altro, un rinnovarsi la promessa reciproca di tenere il fuoco acceso . Mentre il Jazz guarda queste strane radici di Sicilia e le mastica, senza morderle, come si fa con le ostie. -Massimo Carrano- “[…] Arrivato lì capisco che non sarà lo spettacolo che mi aspettavo, c'è una cantante (ma il disco era strumentale!) che canta in siciliano dei testi tradizionali. Ok, ma che ci fa in questo contesto il Majarìa Trio? Forse spartiranno lo spettacolo metà per l'uno e metà per l'altro. Vediamo. Poi incontro Lucrezio de Seta e velocemente facciamo una chiacchiera, mi parla di incontro casuale, di improvvisazione, di approccio spontaneo, di integrazione musicale. Insomma, suoneranno insieme. Ah, una serata di canti popolari siciliani. Ok. Oramai siamo lì e non possiamo che aspettare. Parte “Vedanta” ed inizia lo spettacolo. A fine serata quelle parole sono sembrate molto precise e molto chiare. Il progetto si propone in effetti “stranamente” (e poi non tanto a un ascolto più attento) come completamento del primo disco, un progetto parallelo che forse “supera” la prima uscita, diventando già “qualcos'altro”(e non allo stesso tempo) un “altro” che forse si affacciava già nella prima uscita e che viene qui realizzato in modo evidente. Nella sostanza non si può negare che si tratti di folclore siciliano, ma è anche musica d'autore, dato che le musiche spesso sono riscritte sui testi già esistenti, ed è “approccio d'autore” quando i temi esistenti sono rivissuti e rivisitati, insomma i quattro si pongono in modo assolutamente attivo rispetto alla materia, la fanno propria e quindi “sono” quello che rappresentano, che è quindi proprio e attuale. E convivono, in questo modo, l'elemento “colto” e allo stesso tempo quello popolare e comunicativo della tradizione. Eleonora Bordonaro domina la scena con la sua espressività vocale, ma il Majarìa Trio fa ampiamente la sua parte ponendosi in modo assolutamente autoriale rispetto ai brani, vuoi con “intro batteristici” o commenti pianistici o interventi del contrabbasso e basso di Alessandro Patti, anche lui siciliano. L'impressione complessiva che se ne ricava è di un lavoro di gruppo, dove ognuno con il suo strumento (ivi inclusa chiaramente la voce) contribuisce a generare la pasta sonora e culturale dove gli altri possono inserirsi ed esprimersi. Non ci sono velleità egocentriche da parte di nessuno dei 4 artisti che quindi si pongono l'uno al servizio dell'altro e tutti al servizio del progetto. […] Per il resto siamo tornati a casa contenti, poco traffico, tanta musica, tanti contenuti, tante riflessioni. Poco calcio, ma allo stesso tempo tanta “Italia”.” -Andrea Pavoni- http://www.facebook.com/majariatrio